L’Organizzazione Mondiale della Salute definisce il benessere come il miglior equilibrio che ciascuno di noi riesce a creare rispetto alle tre dimensioni che lo determinano: corpo, relazioni e psiche. La salute è quindi tridimensionale – cioè organica, psicologica e sociale - ed è compito di ciascuno di noi prendersi cura di ognuna di queste componenti. Durante l’emergenza pandemica questa operazione è risultata pressoché impossibile: la nostra vita è stata per legge obbligata a “decorporeizzarsi” e allo stesso tempo le relazioni sono rimaste confinate nello spazio della virtualità.
È rimasta solo la mente a reggere come un pilastro unico tutto il peso del nostro benessere. Ma l’equilibro che ne è derivato si è rivelato alquanto fragile. Soprattutto per i nostri alunni e alunne. In età evolutiva infatti la mente è ancora in costruzione e tutti i processi che in essa avvengono si sviluppano in un cantiere aperto in cui ogni giorno ci sono lavori di adattamento e restauro da compiere. Insomma, non puoi chiedere alla mente di fare un lavoro da supereroe. Perché non ce la fa: è ancora fragile e in divenire e di conseguenza, durante l’infanzia, la preadolescenza e l’adolescenza lei stessa ha bisogno di appoggiarsi al corpo e alle relazioni per poter continuare a funzionare bene. Noi educatori questo lo sappiamo bene, perché lo constatiamo quotidianamente.
Minori che si muovono poco, che giocano poco, che stanno per troppo tempo davanti ad uno schermo riducendo il tasso di attività motoria quotidiana, in classe diventano difficilmente gestibili. Perché sono come “leoni in gabbia”. Si agitano, muovono piedi e gambe sotto il banco di continuo, si divincolano, non riescono a focalizzare l’attenzione per un tempo anche minimo. Un’indagine di Skuola.net condotta con Polizia di Stato e Società Italiana di Pediatria ha rivelato che nello scorso anno scolastico la maggioranza dei minori di età superiore ai 9 anni ha trascorso almeno 8 ore al giorno davanti a uno schermo, includendo anche il tempo di DAD. Otto ore davanti a uno schermo rappresentano un tempo enorme in cui il corpo sta fermo, le relazioni sono virtuali, la mente deve fare uno sforzo enorme per trovare un equilibrio che compensi la carenza di tutto ciò che rappresenta benessere per un minore.
Il nuovo anno scolastico, deve vedere la scuola diventare non solo un luogo di educazione e formazione ma un vero e proprio presidio di promozione della salute. I nostri studenti verranno in classe rigenerati da un’estate che dovrebbe aver riabilitato molto di ciò che è andato perduto durante la pandemia, ma dovranno essere sostenuti e motivati a prendersi cura del loro benessere e del loro stile di vita. Le indagini epidemiologiche coinvolgenti i soggetti in età evolutiva hanno rivelato che i minori, durante la pandemia, hanno aumentato il loro rischio di sovrappeso e obesità, hanno alterato in modo preoccupante la qualità e quantità del loro sonno. Preadolescenti e adolescenti sembra che abbiano anche aumentato le loro incursioni nel territorio della sperimentazione tabagica, alcolica e psicotropa.
Mens sana in corpore sano: non è un semplice modo di dire. È invece un pre-requisito fondamentale che permette a uno studente di trasformare il proprio potenziale in successo evolutivo. Questo non è stati possibile perseguirlo negli ultimi due anni scolastici. Nell’anno scolastico che sta per cominciare, invece, deve rappresentare una priorità assoluta in cui scuola e famiglia, più che mai, dovranno essere alleate.