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SmuovilaScuola: il movimento in classe per facilitare l’apprendimento

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SmuovilaScuola: il movimento in classe per facilitare l’apprendimento
Barbara Leonardi

Vincere la sedentarierà (e la distrazione) senza mia uscire dalla classe: il progetto SmuovilaScuola insegna ai docenti come far muovere i ragazzi tra una lezione e l'altra

Lunghe ore seduti al banco. Il corpo anchilosato e la testa che se ne va altrove...È il momento di fare una pausa. I bambini finlandesi ogni 40 minuti s'infilano scarpe e giubbino e corrono fuori in giardino per dieci minuti di libertà. La realtà italiana è molto diversa eppure anche da noi si può fare qualcosa, perfino senza uscire. Lo dimostra SmuovilaScuola, un progetto semplice, immediato, sostenibile per quanto riguarda i costi, che insegna ai docenti a far muovere gli alunni in sicurezza senza spostarsi dall'aula.

Lo hanno ideato due maestre della primaria dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Besana in Brianza, in provincia di Monza e Brianza. «La nostra idea nasce nel 2015 quando la dirigente, Elisabetta Biraghi, appena tornata dalla Finlandia, ci raccontò del loro modo di fare scuola, attivissimo dal punto di vista del movimento, così come avviene anche in Nuova Zelanda e in Svizzera. Non potevamo accogliere in toto i suggerimenti finlandesi però abbiamo cercato di adattarli a quella che è la nostra realtà» spiega Milena Ronchi.

«Abbiamo pensato a un rituale di accoglienza con un canto, una danza o comunque un'attività coordinativa - racconta Elisabetta Corti - poi durante la giornata abbiamo inserito attività motorie nei momenti in cui calava l'attenzione, quando i bambini si sentivano stanchi, non riuscivano ad essere concentrati o non ce la facevano più a stare seduti. Abbiamo strutturato esercizi che riguardano la coordinazione, l'equilibrio, la sincronia, la collaborazione, il controllo tonico, l'allungamento. Per ogni pausa si scelgono 3 o 4 esercizi della durata complessiva di 7/8 minuti seguiti dal rilassamento finale».

I bambini appoggiano la testa sul banco, oppure si sdraiano sulle fitballs presenti in classe. Dopo un minuto si torna all'attività scolastica normale, senza proteste o perdite di tempo. «L'intervento deve essere breve - conclude Elisabetta - perché altrimenti si sovra-eccitano. È una piccola pausa che consente di tornare a lavorare con più concentrazione sull'attività che stavamo svolgendo».

RIPENSARE LA CLASSE E I SUOI "STRUMENTI"

Accanto alle grandi palle anche altri attrezzi sono di aiuto, materiali ginnici o fisioterapici: le meduse, cuscinetti morbidi che si possono tenere sulla sedia per ritrovare il baricentro e la giusta postura. Oppure sotto i piedi per un auto-massaggio, perché i bambini che partecipano a SmuovilaScuola possono scegliere di stare senza scarpe. I riccetti sono più piccoli e nascono come pedana di equilibrio da usare al posto.

SmuovilaScuola

«Gli elastici sono sotto tutti i banchi, sono apprezzati per scaricare la tensione» racconta Elisabetta. Le attività sono state studiate in base a diversi obiettivi: «Ci sono classi che devono essere attenuate perché sono troppo vivaci e creano confusione -continua Elisabetta - e classi invece che sono assopite e vanno riattivate. Sono tutti esercizi immediati: leggendo il titolo o la brevissima descrizione l'insegnante riesce a capire cosa deve proporre e non serve un setting particolare».

Non si rischia l'incidente? «Il progetto per essere attuato deve fare parte del PTOF in modo da essere assicurato - spiega Elisabetta - Noi abbiamo formato 15 istituti comprensivi nella zona di Monza e Brianza e nel lecchese e finora nessuno si è fatto male. Anche perché attraverso questi esercizi i bambini prendono coscienza del proprio corpo e anche dell'ambiente circostante, dello spazio che hanno a disposizione. E con la consapevolezza maturano una certa sicurezza».

«È interessante, all'inizio, non dare troppe indicazioni - aggiunge Milena - Quando proponiamo di saltare una penna appoggiata a terra, i bambini scelgono dove posizionarla. Prima di dare il via però chiediamo loro di fare attenzione alla distanza tra i banchi e con il compagno. Devono prendere le misure da soli perché altrimenti non li aiuti nel processo di apprendimento».

MUOVERSI AIUTA A CONCENTRARSI E A FARE GRUPPO

Milena è diplomata ISEF e ha approfondito il lavoro sull'infanzia e sulla primaria seguendo un master sulla psicomotricità educativa. Elisabetta è laureata in Scienze Motorie e Scienze della Formazione primaria. Spesso gli altri docenti obiettano: "Che differenza fa? Io li faccio muovere lo stesso: fanno l'intervallo, vanno in bagno...”.

«La differenza c'è, eccome - risponde Milena - Noi abbiamo pensato di strutturare attività che aiutino il processo di apprendimento del bambino. Il nostro progetto è stato validato dall'Università Cattolica di Milano, con una sperimentazione durata un anno nel 2017/8. Il dato scientifico ha confermato le nostre osservazioni. I bambini di SmuovilaScuola risultano più efficaci nell'uso delle funzioni esecutive: la regolazione, il controllo, tutta la sfera della conoscenza personale».

«Migliorano anche la memoria di lavoro, l'attenzione, la capacità di concentrazione, la riduzione dello stress - aggiunge Elisabetta - I bambini vengono a scuola volentieri perché stanno bene e sanno che se qualcosa non va ci sono queste pause attive in cui possono riprendersi, ridare energia al corpo per poter continuare».

Ci sono risvolti positivi anche sui risultati scolastici? «Non c'è ancora una sperimentazione controllata su questo - risponde Milena - Però sicuramente i bambini di SmuovilaScuola hanno capito di dover essere efficaci nella gestione del tempo e riconoscono che ogni attività ha un obiettivo». «Sviluppano il senso del gruppo - conclude Elisabetta - Collaborano molto più dei bambini nelle altre classi. Inoltre, il fatto di conoscersi meglio fa sì che conoscano meglio anche i compagni e sappiano riconoscere che, come loro, hanno limiti e potenzialità. Per questo il nostro metodo è anche molto inclusivo».

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