I nostri ragazzi e alunni vogliono parlare della guerra mossa da Vladimir Putin, presidente della Russia, contro l'Ucraina: non è più una cosa del passato, che si studia solo sui libri, la guerra, o attuale ma lontana, quella da dove scappano i profughi che arrivano da un altro continente, Asia o Africa. La nuova guerra è in Europa, vicino a noi, e dopo anni di pandemia, quando finalmente si intravedeva la luce alla fine di un tunnel fatto di restrizioni e divieti, ecco che bisogna affrontare un altro, enorme problema.
Che cosa c'entrano i più giovani? È anche un problema loro: i più grandi si informano, si confrontano e scendono in piazza a manifestare; i giovanissimi sentono il pericolo, ne parlano in chat, discutono animatamente sulla possibilità di una terza guerra mondiale senza ancora avere tutti gli strumenti per valutare le notizie e i video sul tema. Nei più sensibili cresce l'ansia di un futuro sempre più incerto.
Abbiamo chiesto ad Alberto Guidi, ricercatore presso l'Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale, a Milano) il modo più corretto per parlare della guerra ai ragazzi (in particolare della secondaria) rispondendo alle domande che più si pongono più di frequente.
La guerra mossa da Putin all'Ucraina diventerà la terza guerra mondiale? Putin è il nuovo Hitler? Putin invaderà anche l'Italia? Siamo in pericolo anche noi?
"Di fronte alle immagini e alle storie di questi giorni, è normale avere paura. Ma ci sono buone ragioni per pensare che questa guerra voluta da Vladimir Putin, il presidente della Russia, contro l’Ucraina non si trasformerà in una nuova guerra mondiale.
Il mondo non è più quello che era 80 anni fa, quando Adolf Hitler sconvolse l’Europa. I Paesi sono tra loro molto più interconnessi dal punto di vista economico e non solo. Molti dei prodotti presenti nelle nostre vite, come i nostri smartphone, sono frutto della collaborazione e del commercio di decine di diversi stati. Tutti questi scambi commerciali verrebbero interrotti in caso di una guerra mondiale: una eventualità di cui mai nessun politico vorrebbe essere ritenuto responsabile.
Se anche la prospettiva di perdere tantissimi soldi non dovesse dissuadere qualcuno dall’iniziare una guerra di dimensioni globali, un secondo elemento da tenere in considerazione è la presenza rispetto al passato di armi atomiche. Può sembrare un controsenso, ma la potenza distruttiva di queste bombe, che mettono a rischio la stessa esistenza umana, costituisce un potente disincentivo a non farsi una grande guerra.
Infine anche voi ragazzi che leggete siete parte di un cambiamento positivo che può fare la differenza nell’evitare il ripetersi degli orrori del passato. L’informazione grazie a Internet è disponibile per tutti in tempo reale. Se per anni nessuno si accorse di cosa avveniva nei campi di concentramento dove gli ebrei e altre minoranze venivano torturati e uccisi dai nazisti, ora le azioni di dittatori come Vladimir Putin diventano ovunque subito note.
E questo dà il potere ai cittadini del mondo di protestare e ribellarsi di fronte alle ingiustizie. Anche in Russia, nonostante Putin cerchi di nascondere la verità sulla guerra in Ucraina".