Ultimamente genitori, scuola e sistemi educativi sono chiamati a porre particolare attenzione al periodo iniziale dello sviluppo, che la ricerca scientifica identifica nei “primi mille giorni” di vita. Cerchiamo di capire perché.
Innanzitutto può essere utile ricordare che la plasticità neuronale rappresenta la facoltà del cervello di modificarsi continuamente in rapporto alle diverse esperienze. Possiamo affermare dunque che il cervello è praticamente identico in tutti gli umani, quello che ci diversifica sono le reti neuronali che determinano la nostra individualità. Questo accade appunto perché le reti neuronali si costruiscono in ogni singolo individuo sulla base delle esperienze e, più in generale, delle informazioni che arrivano dall’ambiente.
La plasticità è massima in epoca embrio-fetale e nei primi anni della vita post-natale: ecco perché oggi si afferma che i primi mille giorni sono i più importanti per lo sviluppo fisico e mentale di ogni bambino. E questo comporta, in ultima analisi, grande responsabilità per tutti coloro che hanno un ruolo significativo nella vita del bambino: genitori e familiari in primis, insegnanti e operatori socio-sanitari in seguito.
Nella fase di sviluppo embrio-fetale bisogna fare grande attenzione agli stimoli e a tutte le informazioni che arrivano al feto dall’ambiente. È importante comprendere che la parola ambiente non si riferisce soltanto ai luoghi in cui il bambino e poi l’uomo vivono, ma hanno enorme importanza la condizione della madre, il cibo che questa introduce, le sue condizioni psicofisiche, se ha avuto infezioni o infiammazioni. E anche lo stress può avere effetti dannosi.
Sulla base di quanto detto fin qui, possiamo affermare che la conoscenza sempre più approfondita dei fattori utili e di quelli dannosi per la crescita mentale del bambino nei primi mille giorni di vita è di importanza fondamentale, soprattutto per lo sviluppo di quelle potenzialità neuropsichiche che sono contenute solo in potenza in ogni bambino.
Per quanto concerne, in particolare, lo sviluppo del sistema neuropsichico del bambino, sarebbe fondamentale che sia i genitori sia gli insegnanti sia i medici conoscessero le cosiddette finestre evolutive, cioè le tappe e i momenti fondamentali per lo sviluppo delle capacità emotivo-cognitive del bambino stesso. Solo la conoscenza dei modi migliori di comunicazione con il bambino, delle sue peculiari modalità di esprimersi e di comunicare le proprie esigenze, degli strumenti ideali per favorire lo sviluppo delle sue sempre enormi potenzialità permetterà a genitori e insegnanti di svolgere al meglio la propria fondamentale funzione.
Un ruolo altamente specifico per lo sviluppo sia neurologico sia psicosociale è svolto nei primi mille giorni dalla musica, dal contatto e dal gioco. Per quanto concerne la musica, sappiamo che già il feto è in grado di ascoltare e memorizzare la voce della madre e le musiche da lei più amate e cantate. Non meno importante è stato nei millenni il gioco che mostra enormi potenzialità di promozione dello sviluppo sia psicomotorio sia psicosociale.
Insomma, le persone adulte svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo di bambine e bambini in particolare durante i primi mille giorni della loro vita. In questi tre anni circa, anche educatrici ed educatori devono tenere conto dell’impregnabilità del cervello dei piccoli, stimolandoli e trattandoli con rispetto.
(ha collaborato Annamaria Porru)