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Esperienze: il pane prodotto dai bambini di Rumo

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Esperienze: il pane prodotto dai bambini di Rumo

I bambini della scuola del paesino di Rumo non solo hanno preparato il loro pane, ma hanno prodotto da soli tutti gli ingredienti necessari

I bambini di Rumo hanno fatto il pane a scuola. “Nulla di eccezionale”, penserete. Invece no. Il progetto educativo della primaria di questo piccolo paese della Val di Non, in Trentino, è davvero straordinario. Perché i bambini hanno prodotto da sé tutti gli ingredienti necessari: la farina, l'olio, il burro, il sale, il miele.

“Quasi due anni di lavoro” racconta l'insegnante Corrado Caracristi, sottolineando di essere soltanto il portavoce di questa iniziativa che negli anni ha coinvolto altri docenti, le famiglie, gli enti locali, i responsabili dell'Istituto comprensivo e diverse associazioni. “Abbiamo cercato di diventare consapevoli, parola che deriva da con-sapere, per quanto riguarda un alimento che troviamo tutti i giorni sulla nostra tavola. Abbiamo poi scoperto che la parola sapere deriva dal latino sapěre, avere sapore, e che tutte quelle conoscenze che abbiamo appreso in questo percorso danno gusto alla nostra vita. E al nostro pane naturalmente! In due anni abbiamo percorso il viaggio che questo alimento compie per arrivare sulle nostre tavole. Ci ha portati a essere più attenti a ciò che mangiamo, a non sprecare gli alimenti, a gustare e condividere questo piacere con gli altri”.

CHI FA DA SÉ FA PER TRE

A ottobre gli alunni hanno pulito alcuni campi offerti da privati. Per l'aratura sono arrivati i nonni con i trattori. I bambini hanno livellato il terreno, fatto i buchi con il rastrello, seminato il frumento e osservato le piantine appena nate. In estate la mietitura è stata realizzata con l'aiuto delle famiglie, mentre gli alunni hanno dato una mano nella trebbiatura. I chicchi sono poi stati lavati e messi ad asciugare sui banchi della scuola e alla fine depositati nei sacchi: 392 chili! La macina è avvenuta a novembre, con un mulino posizionato in un'aula. Dopo un anno di lavoro, ecco il primo prodotto per fare il pane, la farina semi-integrale.

pane autoprodotto dei bambini di Rumo
Grano messo ad asciurae

Durante le vacanze estive i bambini che sono potuti andare al mare hanno raccolto l'acqua in bottigliette di plastica. Alla ripresa dell'anno scolastico, l'hanno versata in teglie e lasciata evaporare per ottenere il sale. Per fare lievitare il pane con la pasta madre occorreva il miele e allora gli alunni sono andati a raccoglierlo in un alveare allevato da due di loro.

Serviva anche l'olio, e sempre durante l'estate si sono dedicati alla coltivazione dei girasoli. Spremendo i semi, hanno ricavato anche questo ingrediente. Ma non basta: i bimbi volevano spennellare di burro la superficie dei loro panini e allora tutti nella stalla alle 5 del mattino a mungere le mucche per poi auto-produrre anche l'ultimo ingrediente. E l'acqua? Naturalmente di sorgente, con relativa gita per andare ad attingerla. Quando poi i panini impastati dai bambini sono usciti croccanti da un vecchio forno a legna, la festa è stata grande e meritata.

IL METODO

Il progetto della scuola ha vinto il premio nazionale Immagini per la terra, promosso da Green Cross Italia in collaborazione con il MIUR. “Il nostro sogno ora è quello di produrre del pane completamente senza l'uso di carburante o energia elettrica” racconta Caracristi. Nel 2013 è nata la cooperativa scolastica Un sogno smarrito che promuove ogni anno progetti sui temi dell'alimentazione, del risparmio energetico e sociali. All'inizio dell'anno scolastico i ragazzi approvano lo statuto della cooperativa ed eleggono il consiglio di amministrazione. Per candidarsi a farne parte occorre aver superato un test attitudinale sulla lavorazione dei vari prodotti oppure sulla conoscenza dei personaggi cui è dedicata la scuola, Odoardo Focherini e Maria Marchesi.

Per diventare segretari inoltre occorre fare meno di 10 errori ortografici nel dettato. “Tutte le votazioni (anche quelle del Consiglio), vengono svolte con la testa nascosta, così i ragazzi non si influenzano nelle decisioni - spiega l'insegnante - Le motivazioni dei contrari devono essere ascoltate perché potrebbero dare indicazioni utili. I ragazzi scelgono le attività da fare, ad esempio hanno deciso di invitare a scuola ripetutamente per tre anni alcuni profughi che hanno raccontato la loro esperienza. Il costo della raccolta delle immondizie lo paga la cooperativa, quindi gli alunni stanno attenti a non produrre troppi rifiuti. Facciamo il pane, le attività con i cereali, l'aceto, la frutta essiccata e ogni settimana il formaggio tipico della nostra valle, il Casolèt. I prodotti vengono acquistati dalle famiglie e il ricavato viene gestito direttamente dalla cooperativa dei bambini per acquistare attrezzature. Tutti i soldi vinti negli eventuali premi, vengono investiti (per statuto) per migliorare l’ambiente di Rumo. Da 12 anni stiamo seguendo la costruzione di un nuovo depuratore degli scarichi fognari e per questo abbiamo consegnato in Provincia ed in Comune diversi premi vinti per un totale di 4500 euro”.

Quest'anno finalmente inizieranno i lavori per un importo di quasi 3 milioni di euro.

LA COVA DEI PULCINI

L'ultimo nato, tra i progetti educativi della primaria di Rumo che fa parte dell'istituto comprensivo CLES, è la cova dei pulcini. La scuola ha ottenuto in prestito un'incubatrice. I bambini hanno raccolto le uova appena deposte nei pollai di famiglia (quelli con il gallo presente) e ne hanno messe 32 nell'incubatrice.

“Abbiamo dovuto sempre aggiungere acqua per mantenere l'umidità e ammorbidire i gusci -Mracconta il piccolo presidente della cooperativa, Maicol, 11 anni - Dopo 21 giorni le uova hanno iniziato a schiudersi e sono nati 13 pulcini. I piccoli briganti nascono sempre quando noi non ci siamo, ma siamo riusciti a vederne uno proprio nel momento in cui bucava il guscio. La cosa che mi ha emozionato di più è vedere i pulcini già nati darsi da fare per aiutare quelli ancora nel guscio: con il loro becco cercavano di allargare il buco dall'esterno per farli uscire”. Una lezione sulla solidarietà che certo i bambini di Rumo non dimenticheranno.