La maturità 2022 passerà alla storia come l’esame di Stato più semplice degli ultimi decenni. Le tracce proposte dal ministero non possono aver sorpreso nessuno. Si tratta di proposte scontate, persino azzeccate nei pronostici degli studenti.
Giovanni Pascoli e Giovanni Verga per l’analisi del testo. La tragedia della Shoah per il testo argomentativo insieme alla musica con un brano di Oliver Sacks e al cambiamento climatico suggerito da un discorso del Nobel per la fisica, Giorgio Parisi. Infine per l’attualità: la pandemia e l’iperconnessione.
Tutte proposte che potrebbero scadere nel banale, che non sono certo sorprendenti ma che sono certamente calzanti ad una generazione che deve avere a che fare ogni giorno con le tragedie legate all’ambiente e che si è dovuta misurare con le conseguenze di un virus.
Partiamo dal fare un’analisi delle tracce dal testo argomentativo.
Se c’è una tematica che nella scuola italiana è presa in considerazione dalla primaria alle superiori è sicuramente il fascismo, il nazismo, l’Olocausto e la Shoah. Il ministero ha voluto andare incontro ai ragazzi ma lo ha fatto in maniera intelligente: non ha proposto un tema su ciò che è avvenuto nei campi di concentramento ma attraverso le sagge parole di Liliana Segre e Gherardo Colombo (che entra per la prima volta tra le citazioni dell’esame di Stato) ha chiesto agli studenti di fare una riflessione sulle leggi razziali ovvero su ciò che ha portato alle conseguenze che conosciamo. Una traccia sulla quale ciascun ragazzo ha potuto fare collegamenti con quanto accade di là del Mediterraneo.
Altra proposta ben fatta quella che ha preso spunto dal discorso alla Camera del Nobel Parisi. Un testo semplice, alla portata di tutti che ha messo i ragazzi nelle condizioni di parlare di ciò che sembra stare loro molto a cuore: l’ambiente. La traccia ha chiesto ai ragazzi nulla di complicato soffermandosi banalmente su una similitudine presente nel brano: concetto che uno studente dovrebbe sapere fin dalla scuola primaria. Uno spunto, quello del Nobel, che potrebbe anche suscitare qualche riga sulla politica e sul suo ruolo nel cambiamento climatico.
Inaspettata ma veramente facile la traccia che è stata suggerita con il brano “Musicofilia” di Oliver Sacks. Probabilmente ben pochi sanno chi è lo scrittore, psicologo americano morto nel 2015: non credo che molti professori abbiano mai proposto la lettura della sua ultima opera. Tuttavia, la musica è il linguaggio più vicino ai giovani, maggiormente usato per comunicare i loro sentimenti e le loro emozioni. Un bel “tema” che ha sicuramente dato la possibilità a tutti di tirar fuori il meglio. Speriamo solo che la maggior parte dei maturandi conosca il significato della parola greca filia.
Nulla di più scontato, poteva essere scelto per l’attualità: il tema della connessione, dei social e la pandemia. Il primo argomento, proposto attraverso le parole di Vera Gheno e Bruno Mastroianni con un brano tratto dal loro libro del 2018 “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello” è un’altra di quelle questioni che i ragazzi vivono ogni giorno: facile che qualche commissario non capirà qualche termine adoperato dai ragazzi. Bella anche se banale la possibilità di parlare delle conseguenze della pandemia: d’altro canto in Italia tutti hanno scritto di Covid e perché non farlo fare anche ai maturandi?
Resta da dire qualcosa su Giovanni Verga e Giovanni Pascoli. Due autori conosciuti. Anzi il primo era atteso. Non c’è scommettitore che non abbia fatto il nome dello scrittore siciliano del quale ricorreva il centenario della morte. Di Pascoli, invece, è stata offerta una lirica, “La strada ferrata” che anche se non è stata studiata a scuola ha sicuramente dato la possibilità ai ragazzi che hanno voluto affrontare questa strada, di parlare di paesaggio, di linguaggio, di “musica”.