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Maria Montessori: i 5 punti del suo pensiero validi ancora oggi

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Maria Montessori: i 5 punti del suo pensiero validi ancora oggi
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Il pensiero e il metodo educativo di Maria Montessori: riscopriamo i cinque capisaldi da applicare in classe

Maria Montessori è stata una delle prime donne laureate in medicina in Italia ed è famosa in tutto il mondo per la sua pedagogia e per le scuole che portano il suo nome. A 70 anni dalla sua morte e 150 anni dopo la sua nascita, abbiamo pensato di ripercorrerne la vita e gli insegnamenti che ci ha lasciato per inviare un messaggio alle maestre e ai maestri: il suo pensiero  resta attuale, vivo, privo di scadenza. Ecco 5 punti che non vanno dimenticati. 

I cinque capisaldi di Maria Montessori

  • I bambini della famiglia Montessori sin dalla più tenera età erano incoraggiati a partecipare alle conversazioni degli adulti. Le loro opinioni erano prese in considerazione e avevano il loro posto nella società. Quando facevano le tipiche domande da bambini, come “Perché gli animali non parlano?” Maria rispondeva sempre in maniera indiretta per stimolarli alla riflessione e a trovare da soli le risposte.

Stimolare la ricerca, il pensiero. Rendere protagonisti i bambini e ciò che pensano alla pari degli adulti.

Ancora oggi nelle scuole bisogna tornare all’ascolto, ad aprire cuore e orecchie a ciò che dicono i nostri alunni. Una delle arti dell’insegnante è proprio quella di “sparire” durante un dialogo con i bambini per lasciare che le loro voci siano davvero protagoniste. Montessori capì per prima che bisogna dare dignità alle opinioni dei più piccoli facendoli sentire alla pari dei grandi. Ancora oggi, troppe volte, nelle scuole sono i maestri o persino i professori a prendere decisioni sulle teste dei ragazzi senza coinvolgerli, senza creare alcuna partecipazione.

Altro aspetto importante è l'atteggiamento della pedagogista di stimolare il pensiero critico. Nell’epoca di Internet, dove basta un clic per trovare la risposta ad ogni domanda, la scuola non può dimenticare il suo ruolo ovvero quello di pro-vocare il pensiero degli studenti.

  • Nella prima Casa dei bambini creata nel popolare quartiere di San Lorenzo a Roma, Montessori scelse da subito una strada: la bellezza. Nelle aule venivano messe piante, cornici per fotografie e stampe di opere d’arte, poste ad altezza dei bambini, nonché piccoli animali da compagnia.

Sono trascorsi cent’anni ma non in tutte le nostre scuole si cerca la bellezza nell’arredo, nel dipingere gli edifici, nel renderli abitazione. Quando si entra in una scuola, qualche volta si ha l’idea di essere in un reparto ospedaliero (anch’essi dovrebbero cambiare, tra l’altro) piuttosto che in un luogo dove la creatività fa parte della vita. Montessori scelse di dare spazio alla vita: piante e piccoli animali erano gli ospiti della scuola.

Il suo messaggio era chiaro: esseri viventi accompagnano altri esseri viventi, i bambini. Dobbiamo chiederci: perché nelle nostre aule non ci sono bei poster di Kandinskij o di Van Gogh? Perché non ci sono immagini di paesaggi? Perché le piante vengono usate solo per esperimenti anziché essere compagne di viaggio? In alcune scuole americane vengono usati i cani per la therapy dog: servono per diminuire lo stress dei ragazzi in alcuni momenti. Sembra una rivoluzione ma agli inizi del Novecento un’italiana aveva già pensato a tutto questo.

  • “A differenza di quanto avviene nella scuola tradizionale, i bambini si muovono liberamente e scelgono le attività da svolgere”. Sembra un’eresia, ancora oggi. Chi entra in una classe del 2000 (con il Covid ancor più) trova spesso i bambini seduti al loro banco. Sono fermi ad ascoltare la maestra. Il modello della lezione frontale non è ancora stato totalmente scardinato. Eppure per la Montessori era chiaro che non doveva esserci un docente e un discente, uno di fronte all’altro ma un rapporto alla pari. Non solo. Ci sono un verbo e un avverbio nella frase della Montessori ancora oggi poco usati: “si muovono” e “liberamente”. E’ difficile incontrare in una scuola dei bambini che si muovono con libertà. Se ci pensiamo, ancora oggi, un alunno deve alzare la mano e chiedere all’insegnante se può andare in bagno.
  • Quando fu inaugurata la Casa dei bambini a Milano i promotori pensarono a un luogo di emancipazione e di educazione per tutti i membri della famiglia. Ecco la scuola comunità.

Purtroppo il progetto della Montessori non è ancora stato realizzato pienamente oggi. La scuola ancora non è vista come un luogo di crescita per tutti, un posto dove non solo i bambini imparano ma anche mamme e papà hanno occasione di incontrarsi, di conoscersi, di fare cose insieme o di godere di alcuni servizi. I nostri edifici, spesso, alle 16 chiudono. Sarebbe bello invece che diventassero gallerie artistiche; teatri, sale per fare incontri. L’idea del patto di comunità è un primo passo in questa direzione ma non è ancora sufficiente.

  • Viaggiatrice. Non c’è libro che non racconti le esperienze all’estero di Maria Montessori. Andò in India, in Olanda, negli Stati Uniti, in Inghilterra e in molti altri Paesi europei. È la testimonianza vivente di quanto sia necessario partire per chi vuole insegnare e per chi già lo fa. In India vestiva come gli indiani ed entrò in contatto con famiglie di ogni tradizione e religione. Da queste esperienze, Maria Montessori, trasse molti spunti per il suo lavoro. È quello che altri grandi educatori hanno fatto: vengono in mente Alberto Manzi o Gianfranco Zavalloni. Per tutti loro il viaggio non è una vacanza ma un immergersi nella vita degli altri.

Maria Montessori - Una vita per i bambiniPer saperne di più: Maria Montessori. Una vita per i bambini (Giunti)

In questo testo a firma di Martine Gilsoul e Charlotte Poussin si racconta la vita e l'opera di Maria Montessori, tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia e fondatrice di un metodo educativo moderno e rivoluzionario. Dal femminismo ai grandi viaggi, dal legame con il figlio Mario ai tentativi falliti: un biografia a tutto tondo che rivela tutte le sfaccettature di una delle figure più importanti nella storia della pedagogia.