Le Linee guida per le discipline STEM del Ministero dell'Istruzione e del Merito sono state emanate per introdurre nel piano triennale dell’offerta formativa delle scuole azioni mirate a rafforzare le competenze matematico-scientifico-tecnologiche e digitali.
Tutti sappiamo quanto le discipline STEM (acronimo inglese per Science, Technology, Engineering e Maths) siano fondamentali per affrontare una modernità sempre più complessa e in costante mutamento. E sappiamo anche che nei test degli ultimi anni i nostri studenti non hanno brillato nel campo matematico-scientifico.
Una carenza pesante, aggravata anche dalle differenze di genere che vedono sempre meno bambine interessate a questo ambito. Già il Piano nazionale di ripresa e resilienza si è posto l'obiettivo di ribaltare questa situazione. Ora queste linee guida ne sono l'attuazione.
Non forniscono nuovi contenuti, ma suggerimenti metodologici. Perché il corretto approccio all'insegnamento delle STEM non può prescindere da una prospettiva interdisciplinare e dall'intreccio tra teoria e pratica.
“La matematica, come le altre discipline scientifiche, non consiste nell’imparare a memoria delle formule, ma nel capire come applicarle, dal momento che l'astrazione nasce più facilmente se si pongono gli studenti davanti a problemi concreti” scrive il ministro Giuseppe Valditara.
Bisogna insomma appassionare i bambini, fin da piccoli, alla matematica e alle scienze, attraverso giochi, esperimenti, dibattiti, sfide, e un uso consapevole delle tecnologie. Ecco allora i suggerimenti metodologici del Ministero in pillole.
L’apprendimento per esperienza è uno dei metodi didattici più efficaci, soprattutto nel primo ciclo di istruzione. Gli ambienti di vita naturali e artificiali sono permeati di concetti matematici, scientifici, tecnologici che possono essere esplorati attraverso esperienze dirette e concrete, che consentano l’esame dei diversi aspetti della realtà o dei problemi, l’emergere di domande e ipotesi, la ricerca attiva di una pluralità di risposte e soluzioni possibili, il confronto, la verifica, l’emergere di nuovi interrogativi o nuovi sviluppi.
La tecnologia è uno strumento potente per supportare l’apprendimento, grazie alla sua attrattività, all’innovazione continua, alle innumerevoli applicazioni a tanti settori di ricerca e di vita quotidiana, ma va utilizzata in modo critico e creativo, tenendo conto sia delle potenzialità, sia dei rischi legati a un utilizzo non corretto. Le attività che coinvolgono la tecnologia, se ben progettate e finalizzate a sviluppare specifiche competenze, rendono l’alunno attivo, ideatore di contenuti e soluzioni originali; pertanto, va evitato un uso passivo e ripetitivo degli strumenti tecnologici.
Nella progettazione delle attività connesse alle discipline STEM occorre prendere in considerazione le diverse potenzialità, capacità, talenti e le diverse modalità di apprendimento degli alunni. È importante valorizzare le differenze e promuovere un clima di accoglienza e rispetto reciproco. La ricerca, infatti, procede per prove ed errori e l’apporto di ciascuno diventa il punto di partenza per successive elaborazioni. L’errore diventa, quindi, una risorsa preziosa e la discussione, con il confronto tra una pluralità di punti di vista, favorisce l’emergere di soluzioni innovative.
Nella scuola del primo ciclo gli alunni esprimono creatività e curiosità: nelle discipline STEM, così come in quelle umanistiche, il pensiero divergente rappresenta un valore, in quanto apre a soluzioni inedite. Viceversa, la proposta di situazioni stereotipate, che richiedano soluzioni univoche o la semplice applicazione di formule o meccanismi automatici, non favorisce l’attivazione degli alunni, l’emergere di nuove curiosità e del desiderio di ricerca. Promuovere attività che incoraggino fantasia e creatività consente di trasformare la didattica frontale in didattica attiva.
Gli alunni imparano fin dalla scuola primaria essere autonomi, a gestire il proprio tempo e a organizzare il proprio lavoro. Promuovere attività che permettano agli alunni di ricercare in autonomia le soluzioni ai problemi proposti, avendo a disposizione una pluralità di strumenti e materiali, anche tecnologici e digitali, consente di sviluppare le loro abilità organizzative.
L’acquisizione di competenze tecniche specifiche attraverso l’utilizzo di strumenti e attrezzature, considerata la dimensione costitutiva delle discipline STEM, si realizza individuando attività sperimentali particolarmente significative che possono essere svolte in laboratorio, in classe o “sul campo”. Tali attività sono da privilegiare rispetto ad altre puramente teoriche o mnemoniche.
Con il lavoro di gruppo, il problem solving, la ricerca guidata, il dibattito, la cooperazione con gli altri studenti, si favorisce l’acquisizione del metodo sperimentale, dove l’esperimento è inteso come interrogazione ragionata dei fenomeni naturali, analisi critica dei dati e dell’affidabilità di un processo di misura, costruzione e/o validazione di modelli.
Lo sviluppo delle competenze di problem solving è essenziale per le discipline STEM se promosso attraverso attività che mettano gli studenti di fronte a problemi reali e li sfidino a trovare soluzioni innovative. Inoltre, stabilire collegamenti con il mondo reale può rendere l’apprendimento più significativo e coinvolgente. E proprio la matematica, come disciplina che consente di comprendere e costruire la realtà, sostiene lo sviluppo del pensiero logico fornendo gli strumenti necessari per la descrizione e la comprensione del mondo e per la risoluzione dei problemi.
Un uso appropriato, critico e ragionato degli strumenti tecnologici ed informatici favorisce l’apprendimento significativo laddove tali strumenti sostengono processi cognitivi quali investigare, esplorare, progettare,costruire modelli e richiedono agli studenti di riflettere e rielaborare le informazioni per costruire, in gruppo,nuove conoscenze, abilità e competenze. Si può, così, intercettare l’evoluzione del fabbisogno di competenze che emerge dalle richieste del mondo del lavoro offrendo possibili risposte alle nuove necessità occupazionali.
La realizzazione di percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento in contesti scientifici e tecnologici rende significativo il raccordo tra competenze trasversali e competenze tecnico-professionali. Si possono offrire agli studenti reali possibilità di sperimentare interessi, valorizzare stili di apprendimento e facilitare la partecipazione autonoma e responsabile ad attività formative nell’incontro con realtà innovative del mondo professionale.
Leggi le linee guida STEM del ministero