Sono trascorsi 30 anni dalle stragi di Capaci (23 maggio) e di via d’Amelio (19 luglio) e se oggi tutti ricordano ancora le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in gran parte è merito della scuola. I parenti delle vittime di queste tragedie si sono prodigati per non dimenticare così come diverse associazioni, tra cui "Libera" e altre, hanno contribuito affinché gli istituti scolastici avessero a disposizione materiale e testimoni, ma senza la disponibilità e la sensibilità di migliaia di docenti, oggi non ci sarebbero milioni di donne e uomini che conoscono i due magistrati.
PERCORSO INTERDISCIPLINARE: storia, educazione civica.
TEMA GENERALE: conservare la memoria dei fatti avvenuti negli anni Novanta per comprendere il fenomeno della mafia.
OBIETTIVI
TARGET: INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIE
Con i bambini della scuola dell’infanzia e dei primi anni della primaria è importante non parlare dei fatti sanguinari che hanno segnato la Sicilia e non mostrare immagini delle stragi di Capaci e di via d’Amelio.
È possibile parlare loro, invece, di legalità e di lotta alla criminalità attraverso il classico cliché dei buoni contro i cattivi. Le figure di Paolo e Giovanni possono essere raffigurate attraverso il volto di coetanei che si impegnano a difendere qualcuno dai soprusi; oppure inventando una storia che vede protagonisti buoni che con le “armi” del rispetto, della giustizia riescono a ottenere un risultato. Ancora utile può essere raccontare di Paolo e Giovanni da bambini mettendo in rilievo che sono vissuti nello stesso quartiere; che si sono conosciuti giocando a pallone all’oratorio; che hanno nel contempo conosciuto altri ragazzi che poi hanno preso altre strade al punto da trovarli da grandi in carcere. Parlare dell’infanzia dei due magistrati può essere utile a rappresentare le loro figure non come eroi ma come bambini uguali agli altri.
Alcuni materiali utili
https://www.youtube.com/watch?v=khz8KZ4Yfn4
Nella seconda fascia della scuola primaria, diventa necessario contestualizzare le vicende storiche e le figure di Falcone e Borsellino.
Le stragi di mafia vanno spiegate facendo riferimento all’importante lavoro dei due giudici per il maxiprocesso con la condanna di 350 mafiosi e la scoperta del sistema di Cosa Nostra. Allo stesso modo si devono raccontare le storie delle persone legate a Falcone e Borsellino ammazzate prima dei due giudici: il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile; il loro capo Rocco Chinnici; il giudice Rosario Livatino. Solo attraverso una narrazione completa si può comprendere come si è arrivati alle stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Allo stesso modo non vanno dimenticati gli uomini e la donna delle scorte dei due giudici: conservare memoria di loro è un punto fondamentale per parlare ai ragazzi del ruolo delle forze dell’ordine e del valore del sacrificio.
Alcuni materiali utili:
Alle medie e alle superiori, è utile non solo usare la narrazione ma introdurre due elementi: le testimonianze e la cinematografia. I ragazzi adolescenti e post adolescenti hanno bisogno di concretezza, di toccare con mano, di storie credibili. A tal proposito è, in questo caso, importante mostrare, attraverso la documentazione Rai, i tg di allora, le immagini delle stragi per far capire come l’Italia fosse rimasta sconvolta da quanto accaduto nel 1992. Inoltre, per poter coinvolgere maggiormente i nostri studenti è importante cercare di contattare dei testimoni che possono raccontare quei terribili anni: parenti delle vittime di mafia e giornalisti.
È evidente che anche per questa fascia d’età è necessaria la contestualizzazione dei fatti e la conoscenza del lavoro dei due magistrati. Alle superiori o in terza media è buona cosa parlare anche dei misteri che si legano a queste stragi: dalla sparizione della famosa agenda rossa di Paolo Borsellino ai depistaggi compiuti, al legame tra mafia e Stato.
Alcuni materiali utili: