LICHENI: UN PO' PIANTE, UN PO' FUNGHI
Vi sarà certo capitato, facendo una passeggiata in un bosco, in un parco o in un viale, di notare macchie verdi, gialle, grige o arancioni sui tronchi delle piante. Si tratta di licheni, quegli organismi che, come è noto, costituiscono insieme ai muschi l’alimento privilegiato delle renne nelle distese della tundra artica. I licheni li troviamo spesso anche sulle rocce e sui tetti di certe case, oltre che sul terreno, come capita appunto nella tundra. Sono organismi molto particolari perché, in realtà, sono a cavallo tra due regni: quello vegetale e quello dei funghi.
Si tratta di un’associazione di due viventi che, come spesso capita in natura, si danno vicendevoli vantaggi. Scientificamente il termine esatto è simbiosi. I licheni sono quindi formati da un’alga che costituisce la componente vegetale e da un fungo e sono così microscopici e strettamente intrecciati tra loro che sono indistinguibili a occhio nudo e costituiscono appunto un nuovo organismo: il lichene.
L’alga, come tutti i vegetali, svolge la fotosintesi, cioè acchiappa l’energia solare trasformandola in energia chimica e quindi in nutrimento; d’altra parte i sottili filamenti del fungo, che funzionano come una sorta di spugna, trattengono l’acqua e il suo mini “laboratorio chimico” permette l’elaborazione dei sali minerali utili alla parte vegetale del lichene. Infine, il fungo permette un buon ancoraggio ai più diversi substrati vegetali e minerali.
I "POTERI" DEL LICHENE
Tra le particolarità dei licheni, che sono rappresentati in natura da 13.000 specie diverse diffuse in tutto il mondo e in ogni ambiente, c’è la grande capacità di resistere ai grandi freddi così come al caldo estremo, tanto che il loro intervallo di sopravvivenza varia da temperature che vanno da –200° C a +100° C. Inoltre, i licheni, che hanno una crescita molto lenta, accumulano le sostanze inquinanti e proprio questa caratteristica ne fa dei bio-indicatori, ovvero organismi molto sensibili all’inquinamento e quindi in grado di segnalare la qualità dell’aria. I licheni hanno sensibilità differenziata all’inquinamento secondo le specie, ma tutti, per il fatto di accumulare sostanze tossiche, tendono a morire se immersi in un ambiente troppo inquinato, in particolare dai gas di scarico dei mezzi motorizzati.
INDICATORI ATMOSFERICI
È poi interessante constatare come i licheni abbiano mostrato nella storia la loro versatilità di utilizzo: coloranti, alimenti, lieviti, veleni, cosmetici, medicinali, eccetera.
Ma cercando di conoscerli un po’ meglio è possibile dividerli in tre grandi gruppi: quelli crostosi che si presentano come crosticine o puntini difficili da sollevare dal substrato, fogliosi che assomigliano a foglioline, e infine fruticosi, simili a cespuglietti pendenti dai rami degli alberi. In generale quelli fruticosi sono i più sensibili all’inquinamento, per cui è più probabile trovarli percorrendo sentieri in zone di montagna lontane da traffico e dai centri abitati.
Ma tornando alla caratteristica più interessante dei licheni, essi fungono da “sentinelle dell’aria pulita” e con il metodo I.A.P. (Index of Atmospheric Purity) si potrà chiedere alla classe di provare a immergersi nei panni dello scienziato misuratore dell’inquinamento. L’esperienza proposta agli alunni potrà essere svolta ovunque ci siano alberi: boschi, ma anche parchi cittadini, viali, sentieri di montagna o strade di campagna. Naturalmente potrà anche capitare, purtroppo, di non trovare nemmeno l’ombra di un lichene, soprattutto in certi contesti urbani, per quanto attentamente vengano cercati. In quel caso si dice che è una zona di “deserto lichenico” e di sicuro l’aria non è di buona qualità.
LAB: COSTRUIAMO UN RILEVATORE DEL L'ARIA
Fase 1
Costruiamo il reticolo misuratore della frequenza dei licheni.
MATERIALE
SVOLGIMENTO
Fase 2
Procediamo al rilevamento dei licheni e risalire alla qualità dell’aria.
MATERIALE
SVOLGIMENTO
Per applicare in modo completo il metodo e redigere carte di qualità dell’aria di un certo territorio.