“Se il genio della lampada mi chiedesse cosa desidero, risponderei di certo la 25^ ora, perché ho tante di quelle idee e quei progetti, che il tempo pare un vestito sempre troppo stretto”. Si presenta così Antonella Accili, nel suo libro "MOF - Conosciamo il Modello Organizzativo Finlandese in Italia". Noi che l'abbiamo conosciuta e l'abbiamo tra le nostre collaboratrici, sappiamo che la dirigente scolastica dell'istituto omnicomprensivo Della Rovere a Urbania (Pesaro Urbino) è davvero vulcanica e inarrestabile.
Sette anni fa Antonella ha elaborato il MOF (Modello organizzativo finlandese): “Abbiamo studiato attentamente la didattica finlandese, considerata la migliore al mondo e ci siamo chiesti come fosse possibile tradurla in Italia. Con il corpo docenti abbiamo fatto formazione intensiva per due anni. Poi abbiamo creato il nostro modello. Lo abbiamo applicato alla scuola dell'infanzia, alla primaria e alla secondaria di primo grado. Con risultati estremamente positivi”. Nel tempo Antonella ha esteso il suo modello anche al biennio delle superiori. “Ora siamo oltre 100 scuole, in Italia, che attraverso il mio modello MOF vivono quotidianamente una scuola… diversa".
E una scuola diversa lo è davvero, quella che ha realizzato Antonella, incentrata su didattica all'aperto, innovazione metodologica e sperimentazione di nuove modalità di valutazione. L'obiettivo è far venire volentieri a scuola i bambini e i ragazzi, combattere la dispersione scolastica. Fargli desiderare il suono della prima campanella, non l'ultima.
Nella scuola italiana secondo Antonella “al piacere e alla curiosità di imparare si sostituiscono presto l'obbligo e la spada di Damocle dei voti. Le motivazioni si affievoliscono, mentre verifiche, voti e promozioni diventano gli obiettivi principali della frequenza scolastica. (…). Per cambiare profondamente la scuola di deve necessariamente fare i conti con un rinnovamento metodologico, con il saper usare gli spazi esterni nel senso più ampio del termine, il territorio umano e quello naturale come ambienti efficaci di apprendimento, con il superamento della forma di valutazione attraverso il voto, con il superamento della pratica assillante e discriminante dei compiti a casa”.
“Ancora - prosegue Accili - alla scuola italiana serve un approccio spiccatamente e diffusamente interdisciplinare che possa abbattere le rigide barriere tra le materie scolastiche, la pratica cooperativa che possa sostituire la configurazione individualistica e competitiva che ancora domina nelle nostre scuole, l'impegno continuo in progetti di cittadinanza attiva che possa educare gli studenti a essere cittadini del mondo in una società e in un'economia sostenibili, una vera e sostanziale formazione dei docenti e un lavoro in rete che possa superare la consuetudine della scuola e dei docenti di essere autoreferenziali”.
Insomma, una rivoluzione. Può sembrare solo un bel sogno, ma questa sorta di generale in gonnella lo ha trasformato in realtà. E in tanti l'hanno seguita. “Sono una Dirigente Scolastica che sogna una scuola nuova, laboratoriale, empatica e viva, dove gli attori siano, a parità di battute, alunni, docenti, personale scolastico, territorio e famiglie. L’ho sempre vista così e per questo sono stata spesso costretta a remare controcorrente: c’è chi ha preferito lasciarsi trasportare come una foglia ingiallita, non io e non quelle persone che mi hanno seguito”.