Samoojat è un'antica parola finlandese che indica chi si procaccia il cibo nella foresta. Ora indica anche un nutrito gruppo di bambini in età prescolare: sono gli alunni delle tante scuole dell'infanzia che hanno scelto proprio il bosco come principale e quasi esclusivo ambiente didattico. Una scelta che può apparire estrema, visto che i bambini passano 7 ore al giorno all'aperto, con una temperatura media invernale di due gradi sotto zero e il terreno ricoperto di neve per almeno due mesi l'anno. In realtà, è una scelta che si è rivelata estremamente efficace per incrementare lo sviluppo cognitivo e la capacità di resilienza, migliorare le relazioni sociali e... proteggere la salute dei piccoli!
Nella scuola di Hopealaakso, a Helsinki, i piccoli s'incamminano la mattina per un trekking di 40 minuti che li porta fino al campo base nel fitto della foresta. Lì giocano, fanno lezione, pranzano all'aperto e fanno il riposino riparati in una tenda... È un esempio di quelle scuole nel bosco che, partendo dalla Finlandia, si stanno diffondendo in tutto il mondo. In Italia ormai se ne contano più di 80 in tutta la penisola, dal Nord al Sud. Per maggiori informazioni, si può navigare nel sito della Rete nazionale scuole all'aperto.
Numerosi studi scientifici, soprattutto nell'area scandinava, hanno ormai dimostrato che passare del tempo all'aria aperta in ambienti naturali apporta numerosi benefici ai bambini: riduce l'obesità, migliora il benessere psichico, aumenta la resilienza e accelera lo sviluppo cognitivo. Inoltre, può contribuire a sviluppare quel rispetto e quell'attenzione verso l'ambiente che sono requisiti fondamentali per i nuovi cittadini di un pianeta sull'orlo del collasso.
Nella foresta, i bimbi giocano con quello che trovano: costruiscono ponti e capanne con i rami, raccolgono frutti, si arrampicano sugli alberi e osservano la vita selvatica. Sono controllati dai docenti che indossano giubbotti arancioni fosforescenti: i piccoli sanno che non devono mai allontanarsi troppo, che uno di quei giubbotti deve essere sempre in vista.
Le foreste contengono un'altissima concentrazione di specie diverse e anche di microbi e batteri, ad esempio nel terreno. È chiaro che i bambini, giocando con la terra, entrano a contatto con questi microbi ma questo, anziché essere un problema, è un vantaggio.
Uno studio finlandese ha dimostrato che entrare in contatto con questi batteri anche solo per un giorno stimola il sistema immunitario dei bambini per quasi un mese, incrementando il numero di linfociti T che giocano un ruolo importante nella nostra risposta immunitaria e aumentando anche la proporzione di molecole antinfiammatorie nel plasma.
In sostanza, stare molto tempo all'aperto può prevenire i disturbi del sistema immunitario, come le malattie autoimmuni e le allergie. Altrettanto importanti, i benefici sul fronte psicologico: l'educazione all'aperto regala miglioramenti notevoli nel comportamento, nelle abilità sociali e di relazione, nella capacità di auto-controllo, e aumenta la resilienza e l'assertività. I bambini imparano a risolvere problemi insieme, si aiutano l'un l'altro, si rialzano sempre quando cadono e si fanno forza anche quando sono molto stanchi.
Ma non prendono freddo? Su questo punto, si sa, i finlandesi scrollano le spalle: “Non esiste il cattivo tempo, solo un abbigliamento inadatto”. Insomma, debitamente coperti e attrezzati si può affrontare qualsiasi temperatura. I docenti delle scuole nel bosco assicurano che molto raramente qualcuno degli alunni si busca un raffreddore! Naturalmente, i piccoli sono bene equipaggiati con intimo termico, giacche antivento, cappelli, guanti e così via. I docenti controllano sempre che siano ben coperti e per il resto, l'unico trucco sembra essere quello di tenerli sempre in movimento, per evitare il raffreddamento. Battaglie a palle di neve, sciate, slittate sui pendii innevati garantiscono una perfetta termoregolazione anche in pieno inverno.