Il 28 dicembre 1895 è convenzionalmente riconosciuto come la data di nascita del cinema. Quel giorno i fratelli Lumière proiettano per la prima volta in pubblico il loro cortometraggio nel quale l’unica inquadratura che lo compone mostra immagini di operai che escono dalla fabbrica, soggetti in movimento in un contesto reale.
Se pensiamo alla tecnologia odierna e alla facilità di realizzare un video con uno smartphone, quell’esperimento sembra lontano anni luce. In realtà, il principio scientifico alla base della realizzazione di immagini in movimento è lo stesso ancora oggi. L’occhio umano, infatti, percepisce il movimento quando guarda una serie di immagini in successione a una velocità sufficientemente alta da creare l’illusione di un movimento fluido. Si tratta della cosiddetta “persistenza della visione” che avviene poiché occhi e cervello trattengono ogni singola immagine per circa un trentesimo di secondo, cercando di combinarla con le altre.
Tale principio era già stato studiato dal matematico greco Euclide e, molto più tardi, da Isaac Newton in alcuni suoi esperimenti, ma solamente nel 1832 il fisico matematico belga Joseph Plateau inventò un dispositivo per descriverlo: il fenachistoscopio. Lo strano congegno era un disco sul quale erano riportate radialmente alcune immagini leggermente diverse tra loro e divise da finestre radiali equidistanti. Per ottenere l’illusione del movimento, bastava posizionarsi dietro il disco, guardare attraverso la fessura le figure del disco riflesse in uno specchio e farlo ruotare velocemente. Non ci credete? Costruiamone uno.
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FASE UNO: COSTRUITE IL DISCO
Disegnate su un cartoncino bianco rigido un cerchio di raggio 9 cm e ritagliatelo. Poi, con l’aiuto del goniometro, del righello e della matita create 12 fessure facendo attenzione che siano uniformemente distribuite intorno al centro
FASE DUE: INVENTATE LA SEQUENZA
Inventate una sequenza di 12 immagini che rappresentino un momento diverso dello stesso movimento (una persona che cammina, una palla che rimbalza, un fiore che apre e chiude i suoi petali). Appena siete si- curi della vostra scelta, disegnate un’immagine su ciascun “petalo” del disco.
FASE TRE: ASSEMBLATE IL FENACHISTOSCOPIO
Infilate una puntina da disegno al centro del disco e poi nella gomma in cima alla matita come mostrato nel disegno.
FASE QUATTRO: BUONA VISIONE
Siete pronti? Fate ruotare velocemente il disco con la mano libera e godetevi lo spettacolo!
FASE CINQUE: CREATE NUOVE SEQUENZE E SPERIMENTATE
Liberate la fantasia. Create nuove sequenze di immagini da visualizzare oppure cercate di capi- re che cosa cambia se sul disco avete un nume- ro di fessure minore o maggiore di 12. Che cosa notate? Funziona ancora?
GLI OBIETTIVI DEL LABORATORIO
L’attività permette di scoprire il trucco alla base della creazione di immagini in movimento, sperimentando una tecnica artistica che unisce manualità e immaginazione e comprendendo il funzionamento della nostra percezione visiva. Inoltre, sviluppa la capacità di progettare e realizzare un prodotto eseguendo le varie fasi della lavorazione, senza rinunciare alla creatività.
I docenti potrebbero prevedere anche approfondimenti sulle possibili interazioni tra arte e scienza in questo campo. Ad esempio, mostrando le opere d’arte del designer Drew Tezt oppure analizzando come lo stesso principio alla base del funzionamento del fenachistoscopio viene utilizzato con l’ausilio della tecnologia nella tecnica di animazione stop-motion.
LA GITA
Dislocati lungo tutta la penisola, vi sono tre luoghi nei quali è possibile vedere in funzione un fenachistoscopio d’epoca e altri congegni simili.
Il primo è il Museo Nazionale del Cinema di Torino che è uno tra i più importanti al mondo per la ricchezza del patrimonio e la molteplicità delle sue attività scientifiche e divulgative, nonché per l’unicità e la peculiarità dell’allestimento espositivo. Un percorso che si sviluppa a spirale verso l’alto presenta in maniera spettacolare straordinarie collezioni, ripercorrendo la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri in un suggestivo itinerario interattivo che va dal teatro d’ombre ai più spettacolari effetti speciali dei nostri giorni.
Il secondo è il Museo del Precinema di Prato della Valle a Padova che ospita la prestigiosa collezione privata Minici Zotti. L’elemento di spicco della collezione è sicuramente l’antico proiettore, noto con il nome di “lanterna magica”, ma degni di nota sono anche un megaletoscopio (apparecchio fotografico datato 1864 e ideato da Carlo Ponti, fotografo veneziano), una sezione dedicata alla Stereoscopia e giochi ottici come il zootropio, il prassinoscopio, il taumatropio e il fenachistoscopio che si riferiscono alla storia dell’animazione.
Il terzo è il Piccolo Museo Didattico del Cinema di Bari che propone un viaggio nella storia della cinematografia, dai primi esperimenti con il teatro delle ombre alle magiche proiezioni dei fratelli Lumière. Una interessante visita interattiva invita a esplorare scoperte scientifiche e idee innovative che prendono forma in circa 50 pezzi esposti, alcuni originali e altri fedelmente ricostruiti.
LA SFIDA
Ricercate in Rete alcuni esempi storici di dischi per fenachistoscopio e costruitene uno. Poi, se siete curiosi, ampliate la vostra ricerca al funzionamento di altri congegni per la visualizzazione delle immagini in movimento come lo zootropio o il prassinoscopio. Siete in grado di costruire uno dei due? Il principio è lo stesso del fenachistoscopio.
Infine, se ancora avete voglia di mettervi in gioco, provate a usare lo stesso principio per realizzare un’immagine in movimento senza usare il disco. Avete qualche idea? Un piccolo aiuto: si possono usare i vostri libri di scuola.
Illustrazioni di Silvia Santinelli