Nel celebre romanzo di Beppe Fenoglio Il partigiano Johnny, l’uso della lingua inglese non è solo una cifra stilistica. Lo scrittore adotta infatti specifiche tecniche linguistiche per raccontare la guerra, attraverso un processo di mimesi narrativa e lessicale. Scopriamolo insieme in questa idea di lezione.
PERCORSO INTERDISCIPLINARE: italiano, inglese, storia
TEMA GENERALE: riflessione metalinguistica; ripasso delle strutture morfologiche e fonologiche dell’italiano e dell’inglese; contestualizzazione storica.
TARGET: secondaria di primo grado; biennio secondaria di secondo grado
«Adesso ti dirò una cosa che tu non crederai: io prima scrivo in inglese e poi traduco in italiano». Così Beppe Fenoglio scriveva a Italo Calvino, descrivendo il suo lavoro creativo con la lingua. In effetti, la lingua de Il partigiano Johnny è molto originale e rappresenta un buon esempio di mélange linguistico. Parole inglesi, neologismi, anglismi, forme letterarie e dialettali.
Da La guerra delle parole del partigiano Fenoglio di Flavio Santi (Treccani.it)
«Ci sono calchi lessicali: basale (fondamentale, ingl. basal), idiotico (stupido, idiotic); polluzione (sporcizia, pollution); lavoro d’artificio (fuoco d’artificio, firework); trimmersi (tagliarsi, to trim), impattare (colpire, to impact, accolto nell'italiano odierno). Calchi sintattici: il pervasivo participio presente con funzione verbale, strada ingrigente, camions allontanantisi, spesso anteposto al nome secondo l’uso inglese, osservante Johnny, arrivante carro. Non mancano i participi passati con valore aggettivale: quarantenato, velocitati, acciaiata. Ci sono composti nominali sul modello inglese: occhi-sgranato (sul modello di eye-catching), lungo-conduttrice (sull’esempio di long-legged); tuttosopportante (sullo stampo di all-seeing)».
Fenoglio attinge a numerose fonti linguistiche per caratterizzare la propria prosa narrativa. Ma perché lo fa? Fabio Montermini, in un breve saggio dal titolo La creatività lessicale nel Partigiano Johnny, scrive a proposito che «l’italiano è per lui una lingua seconda, appresa sui banchi di scuola, e una lingua che non corrisponde a quella della vita quotidiana, dell’affettività», mentre «l’inglese, lingua di popoli ‘stramaledetti’, lingua stigmatizzata e bandita durante il ventennio, ritorna in Fenoglio, ad arricchire, e quasi a fondersi con l’italiano per creare una nuova lingua letteraria». Ricostruisci il periodo storico dell’opera e poi rispondi alle seguenti domande.
Nella musica rap e trap non è così inusuale trovare esempi di interferenza linguistica. Non solo anglismi, ma anche tanto dialetto. Basti pensare a Liberato. Ma vi ricordate il primo Ghali con la canzone Willy Willy? Il titolo del brano era parte di un’esclamazione (traducibile con l’italiano “oddio!” o “mamma mia!”) che veniva ripetuta quattro volte nel ritornello, dove la lingua dell’italo-tunisino passava senza soluzione di continuità dall’arabo al francese, dal tunisino all’italiano. In linguistica questo fenomeno si chiama code-mixing, il passaggio da una lingua a un’altra all’interno del discorso di uno stesso parlante.
Scegli un brano che presenti diversi esempi di ibridismo culturale e linguistico e avvia un dibattito con il tuo gruppo rispondendo alle seguenti domande.
E per un ulteriore spunto, ecco la bellissima lezione che lo scrittore Alessandro Baricco ha dedicato proprio a Fenoglio in occasione del Festivaletteratura di Mantova (2022)