Non è colpa solo del Covid se gli studenti italiani sono sempre più asini. Anzi. A dirlo è il presidente dell’Invalsi, Giovanni Ricci, che stamattina ha presentato i risultati delle prove Invalsi 2022: «Le differenze vengono da molto lontano, ben prima della pandemia. Attraverso i dati delle rilevazioni internazionali, è possibile verificare che alcune delle maggiori criticità riscontrate negli esiti di quest’anno si ritrovano già nei risultati di dieci – vent’anni fa».
In tutti i gradi di scuola Italiano e Matematica sono le note dolenti. Va meglio in inglese ma vediamo di analizzare i dati in maniera analitica e allo stesso tempo sintetica.
Alla primaria le prove vengono fatte in seconda e quinta. Pochi o nulli i miglioramenti.
In seconda, in Italiano circa 3 allievi su 4 (72%) raggiungono almeno il livello base. Valle d’Aosta, Umbria, Lazio e Molise conseguono risultati sopra la media nazionale; la Sicilia ottiene risultati sotto la media nazionale.
In Matematica circa 3 allievi su 4 (70%) raggiungono a il livello base. Il Molise consegue risultati sopra la media nazionale mentre, strano caso, la Provincia Autonoma di Bolzano ottiene dati sotto la media.
In quinta, per quanto riguarda Italiano, un po’ più di 3 allievi su 4 (80%) raggiungono almeno il livello base; maglia nera a Calabria e Sicilia. In Matematica un po’ meno di 3 allievi su 4 (66%) raggiungono almeno il livello base e stavolta ad aggiungersi alle due regioni in fondo alla classifica c’è anche la Sardegna.
Buoni i risultati d’Inglese degli allievi della scuola elementare.
Alla secondaria i test vengono fatti in terza media. Tra Nord e Sud ci sono differenze notevoli. Leggero miglioramento rispetto ai due anni precedenti in italiano e matematica.
Si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021 mentre gli esiti di Inglese (sia listening sia reading) sono invece stabili o in leggero miglioramento.
Ma qui c’è un problema serio: i divari territoriali non migliorano rispetto alle rilevazioni precedenti e rimangono molto ampi. In alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) si riscontra un maggior numero di allievi con livelli di risultato molto bassi.
Infine alle superiori dove dopo due anni che non si svolgevano nelle seconde quest’anno sono tornate, oltre che in quinta. Al Sud i risultati sono inadeguati.
Gli allievi 15enni che non raggiungono il livello base in Italiano superano la soglia del 40% in tutte le regioni del Mezzogiorno (escluso l’Abruzzo). Sempre nelle stesse regioni si fermano al massimo al livello 2 tra il 55% e il 60%, fino ad arrivare a quasi al 70% in Sardegna.
A dare un segnale di ottimismo sono i dati delle quinte che indicano che si è fermato il calo in italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021 mentre gli esiti di Inglese (sia listening, sia reading) sono in leggero e costante miglioramento.
I numeri son lì da vedere e a questi si aggiunge un’analisi fatta da Invalsi: alla secondaria di primo grado, pur rimanendo sotto la media dei Paesi Timss, i risultati in Matematica sono migliorati fino al 2011 ma da dodici anni il trend positivo si è interrotto. Quadro a tinte fosche anche alle superiori: in Matematica gli studenti 15enni conseguono risultati sotto la media Ocse e dal 2015 pare essersi interrotto il trend di crescita iniziato nel 2006. Infine, per quanto riguarda la comprensione della lettura gli studenti 15enni si ritrovano al di sotto della media Ocse da oltre vent’anni e i risultati sono in calo dal 2012.
Il commento di Save The Children
Anche l’Organizzazione a tutela dei minori ha voluto esprimersi rigiardo i risultati non proprio esaltanti dei test Invalsi 2022, diramando un comunciato stampa dove si chiede un impegno immediato per la definizione, nei territori più svantaggiati, di “aree ad alta densità educativa”, dove in via prioritaria destinare fondi del PNRR e altre risorse per potenziare l’offerta scolastica ed educativa, sin dalla prima infanzia, assicurando a tutti gli studenti un contesto educativo di qualità.
«I dati Invalsi, resi noti oggi, evidenziano il fatto che in Italia bambine, bambini e adolescenti che partono in condizioni di svantaggio subiscono in modo netto le differenze di opportunità educative nei territori dove vivono, con un impatto sui risultati scolastici. La frenata degli effetti negativi della pandemia sull’apprendimento è una notizia incoraggiante che può essere un nuovo punto di partenza per la scuola - ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Itala-Europa di Save the Children - Il Rapporto Invalsi, tuttavia, sottolinea, anche quest’anno, la correlazione tra il livello socio economico e culturale del contesto familiare degli studenti e gli esiti scolastici, e la presenza di gravi disuguaglianze territoriali. Inoltre, se è noto che le disuguaglianze tendono ad aumentare al crescere dei gradi scolastici, va preso in seria considerazione l’invito formulato dal Presidente di Invalsi oggi a non sottovalutare i “campanelli di allarme” già presenti nelle scuole primarie che pure, nel loro complesso, presentano i risultati migliori».