«Quello che questa scuola sta tentando di fare, con lo studio metodologico dell'Intelligenza Artificiale, è di lanciare un semplice messaggio: non spaventiamoci! Il cambiamento, la cosiddetta innovazione, non deve spaventarci anzi deve essere uno sprone ad agire, perché abbiamo la necessità di farlo, e anche le capacità per poterlo fare». L'invito è rivolto a tutti i docenti d'Italia e proviene dall'ISIS Europa di Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli, una delle dieci scuole più innovative al mondo, secondo la classifica stilata nel 2023 dall'organizzazione T4Education.
La dirigente, Angela Comparone, spiega che nel loro istituto tecnico e professionale i docenti si sono resi subito conto che l'Intelligenza Artificiale Generativa avrebbe dato una bella scossa al mondo dell'istruzione. Abituati però ad adattarsi ai cambiamenti in corso tramite una continua innovazione didattica, non si sono lasciati intimorire e hanno creato un gruppo di studio per individuare non soltanto i rischi ma anche le opportunità di questa nuova tecnologia. Il risultato è il Manifesto dell'Intelligenza Artificiale a Scuola, pubblicato recentemente online (la versione completa su https://iamanifestoscuola.it/. Qui la versione ridotta).
«Oggi l’AI è dappertutto -si legge sul Manifesto-. Ci aiuta a cercare informazioni su internet, a riconoscere i volti nelle foto, a guidare le auto senza pilota, a scegliere i film da vedere e la musica da ascoltare online, a diagnosticare malattie con grande anticipo e anche a dialogare... L'Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI - Generative AI) è una tecnologia che permette alle macchine di simulare l’intelligenza umana e il comportamento di un essere umano, creando contenuti ogni volta nuovi e originali, che possono essere testi, immagini, musica o persino codici di programmazione, partendo da ciò che esse hanno "imparato" (Machine Learning) durante un processo di addestramento...
Ma perché è così importante parlare di GenAI a scuola? Perché nei primi due mesi di vita ChatGPT, una chatbot3 basata su un’Intelligenza Artificiale Generativa realizzata da OpenAI, ha raggiunto e superato i 100 milioni di utenti, e perché ogni giorno nascono nuove applicazioni e piattaforme basate sulla GenAI, che promettono verosimilmente di cambiare il mondo in cui viviamo, il modo in cui lavoriamo, studiamo e persino come interagiamo gli uni con gli altri». Nella scuola, l'impatto immediato dell'intelligenza artificiale che ciascun docente può aver sperimentato con i propri studenti, è la scoperta che molte delle tradizionali attività didattiche, come riassunti, e traduzioni, sono realizzabili senza difficoltà e in pochi istanti da applicazioni gratuite di GenAI.
«Subito si è compreso che l'Intelligenza Artificiale avrebbe cambiato le carte in tavola -racconta Roberto Castaldo, animatore digitale dell'ISIS Europa-. E naturalmente i primi ad accorgersene sono stati gli studenti che hanno cominciato a usare ad esempio ChatGPT come una versione superpotenziata di Wikipedia. In sostanza gli studenti la usano per imbrogliare, per copiare, per fare ciò che prima facevano loro senza sforzo, senza lavoro e quindi senza apprendimento. Per cui ci siamo posti il problema di cosa stava succedendo e di che tipo di risposta potevamo dare a quanto stava accadendo. L'unica risposta possibile è che bisogna cambiare. L'intelligenza artificiale non scomparirà tra due mesi, è qui per restare. Per cui, volendo vedere le cose in positivo, questa è un'occasione enorme perché finalmente, forse, noi docenti ci convinceremo che non serve assegnare il riassunto o vita e opere di Giacomo Leopardi perché quel compito a casa già prima valeva poco come attività didattica, adesso vale zero. Quindi serve spostarsi sul sincrono piuttosto che sull'asincrono e magari, se proprio bisogna dare compiti a casa, focalizzarsi su attività di pensiero, speculative, che con ChatGPT non sempre riescono a essere portate avanti. Attività di gruppo, attività di creazione di oggetti piuttosto che redazione di documenti».
Anche altre scuole si sono mosse in questa direzione. Ad esempio, 55 istituzioni scolastiche del Friuli Venezia Giulia, coordinate dal Liceo classico Jacopo Stellini di Udine, hanno sottoscritto un accordo di rete con cui si sono impegnate a collaborare nella formazione del personale e nella creazione di linee guida sull’utilizzo dell’Intelligenza artificiale generativa a fini didattici che ora possono essere scaricate da questo link.
I docenti dell'ISIS Europa invece hanno creato un gruppo di lavoro di una cinquantina di persone: non soltanto insegnanti da tutta Italia ma anche giornalisti e docenti universitari. Hanno redatto un manifesto in due versioni, una dedicata agli studenti e l'altra ai docenti. Ogni manifesto contine 50 linee guida per ricavare il meglio dall'Intelligenza Artificiale Generativa ed evitarne i pericoli. «In questo momento la distanza tra insegnanti e studenti è grande, l'intelligenza artificiale può essere utilizzata da entrambe le parti per migliorare e soprattutto personalizzare i processi di apprendimento -assicura Roberto Castaldo-. Noi abbiamo in mano uno strumento potenzialmente meraviglioso che potrebbe risolvere molti problemi legati all'inclusività delle attività didattiche, e anche allo sviluppo del pensiero critico». Ad esempio, secondo il Manifesto, la GenAI potrebbe aiutare i docenti a creare e correggere verifiche, supportandoli nell’identificazione delle aree di miglioramento; a progettare piani didattici, singole lezioni o attività di pensiero, fino a intere unità di apprendimento complesse e strutturate, con prove esperte finali; a personalizzare i contenuti didattici e i processi di apprendimento, sulla base di specifiche esigenze e dei feedback espliciti e impliciti di ciascuno studente (o gruppi di studenti); a offrire consulenza personalizzata per l'orientamento scolastico e professionale, analizzando interessi, competenze e aspirazioni degli studenti; a monitorare segnali di stress o disagio negli studenti attraverso l'analisi dei pattern di apprendimento e comportamento, permettendo un intervento precoce.
Se grandi sono le opportunità, altrettanto grandi sono i rischi, ed è bene esserne consapevoli. Primo tra tutti il rischio di “allucinazioni”: una gran varietà di possibili errori e imprecisioni, dal momento che GenAI può trasferire nelle sue produzioni tutta una serie di pregiudizi e misconcezioni che sono originariamente presenti nei dati con i quali è stata nutrita e addestrata. «Se si inizia a praticare e a conoscere l'intelligenza artificiale ci si accorge immediatamente che per tirare fuori qualcosa di sensato è necessario conoscere l'argomento sul quale la si sta interrogando -spiega Castaldo-. Bisogna filtrare i contenuti offerti con le proprie conoscenze. Altrimenti si rischia di incorrere in errori, anche grossolani. Ciascuno studente deve imparare a utilizzare l'intelligenza artificiale in questi termini perché quando impara a usarla così si dimentica di copiare i compiti. Però per dimenticarsene serve che l'insegnante non gli assegni compiti a casa di stampo tradizionale. Tutte le parti in causa hanno bisogno di spostarsi mentalmente verso nuove posizioni e i due manifesti iniziano a dare punti di riferimento secondo me interessanti».
Le linee guida parlano di privacy, di normative, di accessibilità, di inclusione, di lavoro di gruppo, di tutti quei fattori che possono determinare il successo a livello didattico di uno strumento completamente nuovo come l'Intelligenza Artificiale. «Oppure il definitivo insuccesso del sistema scuola, perché è a quello che rischiamo di andare incontro -commenta Roberto Castaldo-. Per questo il nostro obiettivo è innanzitutto quello di diffondere il manifesto ma anche di migliorarlo. Vogliamo aggiungere un ulteriore livello di dettaglio, per dare agli insegnanti da una parte e agli studenti dall'altra le indicazioni su come fare, non solo su cosa fare. Vogliamo fornire degli esempi pratici. Nel frattempo, la scorsa settimana sono stato in Danimarca con il gruppo di lavoro Schools+ dell'OCSE e ho presentato il manifesto in un convegno. Ne è già è stata fatta una versione in lingua inglese, e ci hanno chiesto anche la versione in portoghese per le scuole brasiliane. Non siamo gli unici naturalmente a preoccuparci! D'altra parte, è altamente probabile che nel prossimo futuro l’onda lunga della GenAI avrà investito e rivoluzionato profondamente tutte le nostre attività, tutte le professioni, tutti i mestieri».