Bambini e ragazzi osservano con apprensione, e sicuramente con curiosità, quanto sta succedendo in Ucraina. La guerra non può certo lasciarli indifferenti e c'è da scommettere che perfino gli adolescenti più svagati stiano in queste ore cercando informazioni su un conflitto che, come comprendono perfettamente, li riguarda molto da vicino. Cercano soprattutto video, non sui canali di informazione “ufficiali” ma sui social network. E se anche non cercano nulla, sono i video a trovare loro.
I ragazzi si informano soprattutto su TikTok. Lo studio
Il canale privilegiato di informazione per gli adolescenti è certamente TikTok. Secondo un'indagine pubblicata di recente da NewsGuard, la società statunitense che monitora l'affidabilità delle notizie pubblicate sul web, in questo periodo TikTok sta inondando i propri iscritti di video relativi alla guerra tra Russia e Ucraina. Gli analisti di NewsGuard, tra cui le ricercatrici italiane Virginia Padovese, Giulia Pozzi e Sara Baldini, hanno navigato per 40 minuti sulla app senza condurre alcuna particolare ricerca, limitandosi a scrollare l'elenco dei video selezionati per loro in automatico da TikTok. In un secondo esperimento, hanno invece inserito generiche parole di ricerca come “Russia”, “Ucraina” o “Donbass” e hanno poi esaminato i primi venti video proposti dall'algoritmo. In entrambi i casi, i ricercatori sono incappati in palesi falsità o pesanti mistificazioni, da un lato e dall'altro della barricata.
Non c'è distinzione tra fake news e notizie da fonti autorevoli
Solo per fare un esempio, chiaramente in favore della propaganda russa compaiono video in cui si afferma, senza alcuna contestualizzazione, che il governo ucraino è neonazista, che tutte le immagini del conflitto provenienti dall'Ucraina sono false, che gli Stati Uniti possiedono una rete di laboratori per armi biologiche nel Paese, che l'esercito americano sta per raggiungere la regione. Non mancano le mistificazioni in favore dell'Ucraina, come il video del Presidente Volodymyr Zelensky mentre combatte per il suo Paese, in realtà girato nel 2021. Oppure il video del “Fantasma di Kiev” che abbatte sei jet russi, in realtà tratto da un videogioco; o quello che dichiara di mostrare scontri tra l'armata ucraina e quella russa, in realtà immagini di soldati ucraini che nel 2015 combattevano i ribelli filorussi nell'est del Paese.
Le fake news sono presentate come verità assolute, mischiate senza alcuna distinzione alle informazioni provenienti invece da fonti autorevoli e affidabili. Una trappola per gli utenti più giovani della piattaforma cinese che in questi anni ha spaventosamente ampliato il proprio pubblico dal suo lancio nel 2017: a fine 2021 ha raggiunto un miliardo di utenti attivi mensili, confermandosi la app più popolare tra giovani e giovanissimi. Secondo le stime, circa un terzo degli iscritti di TikTok in Italia sono minorenni, così come in Francia. In Germania sono poco meno di un quarto. E negli Stati Uniti, secondo una ricerca di Statista (una società che fornisce dati e analisi per il mercato globale), un quarto degli utilizzatori hanno un'età compresa tra i 10 e i 19 anni, nonostante la piattaforma cinese dichiari di ammettere soltanto ragazzi dai 13 anni in su.
Annotano ancora gli analisti di NewsGuard: “Su TikTok, le fonti affidabili vengono solitamente identificate da un segno di spunta blu. Eppure, nei risultati di ricerca sulla piattaforma, i contenuti che pubblicano queste fonti sono accostati ad altri video che diffondono notizie false o fuorvianti, senza alcuna ulteriore distinzione tra i due tipi di contenuto”.
Il caso degli influencer trasformati in "combattenti della resistenza"
I contenuti relativi all'Ucraina su TikTok sono esplosi dal 24 febbraio scorso, giorno dell'inizio dell'invasione russa. I video taggati #Ucraina hanno superato i 31 miliardi di visualizzazioni. Come gli altri social network, TikTok è praticamente entrato nel conflitto: i video realizzati con i cellulari da soldati e civili documentano la guerra in tempo reale. Non si può negare l'utilità di questi mezzi di informazione.
Ad esempio, alcuni influencer ucraini si sono trasformati in “combattenti della resistenza”. Tra i profili più seguiti c'è quello di @valerisssh, una giovane ucraina che prima della guerra raccontava ai suoi 200mila follower i suoi viaggi e i cappuccini al bar con le amiche. Ora mostra le scatolette di cibo nel rifugio anti-bombardamento, la mamma che cucina su un fornelletto da campeggio per terra, o i beni di prima necessità ricevuti in dono al suo arrivo in Germania come profuga. La guerra raccontata da TikTok ai più giovani è molto coinvolgente e certamente è uno strumento prezioso per comprendere questo conflitto. Come sempre, non si tratta di demonizzare un social media tout court: meglio insegnare ai ragazzi a usarlo con discernimento.