Le gite scolastiche ce la ricordiamo tutti. L'eccitazione prima della partenza, i cori sul pullman, le interminabili chiacchierate nella stanza fino a tardi e anche le feste (proibite) nei corridoi dell'hotel... Soprattutto, quella luce diversa che illuminava i compagni e anche i prof: fuori dall'ambiente scolastico rivelavano inaspettate doti di umanità e simpatia. Si tornava più uniti e certamente arricchiti, sotto il profilo culturale e sociale. Da tre anni la gita è una chimera: sognata, desiderata e quasi mai concessa, a causa delle restrizioni necessarie a fronteggiare l'epidemia di Covid.
Ora però, con la fine dello stato di emergenza annunciata dal presidente del consiglio Mario Draghi, si torna a sperare. Le scuole hanno ricevuto innumerevoli richieste, quasi imploranti da parte di alunni e genitori. La voglia di tornare alla normalità è fortissima, soprattutto per quei bambini e ragazzi che, essendo a fine ciclo, vedono in questa primavera la loro ultima chance per andare in gita con i compagni prima di separarsi per sempre. Ecco i consigli di Antonello Giannelli, presidente di Anp (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola) su come organizzare una gita scolastica in questo periodo di transizione.
- Meglio puntare su una meta vicina. Molti docenti e dirigenti scolastici, consapevoli dell'importanza dei viaggi di istruzione e delle uscite didattiche per la formazione e la crescita degli alunni, stanno cercando ora di realizzare questo fortissimo desiderio. Le difficoltà da affrontare però sono notevoli. Prima di tutto, la fine dello stato di emergenza non coincide purtroppo con la fine della pandemia. Meglio dunque una meta vicina, per ridurre i tempi di permanenza sui mezzi di trasporto che costituiscono pur sempre una situazione di rischio.
- Meglio rispettare ove possibile le “bolle”, ovvero non mescolare gruppi classe differenti.
- Meglio mete all'aperto. Complice anche la bella stagione in arrivo, è opportuno scegliere mete che consentano di stare il più possibile all'aperto.
- Durate limitate a una giornata. Per i viaggi più complessi e all'estero è bene rinviare all'anno prossimo. oltre alla complicazione dovuta alle normative anti Covid, il conflitto tra Russia e Ucraina pone ostacoli insormontabili.
- Indispensabile l'assicurazione in caso di annullamento per contagi tra gli alunni o i docenti. Un benefit che le agenzie specializzate in viaggi di istruzione concedono volentieri, pur di rimettere in moto un business fermo al 2020. Secondo i dati di Assoviaggi, il fatturato del settore, che prima della pandemia muoveva 3 miliardi di euro l'anno, è crollato del 95%.
- Un bando unico per ridurre i tempi. Per la preparazione delle gite, dal punto di vista amministrativo i tempi possono essere lunghi. In genere, bisogna emettere un bando per ogni meta. Se le mete sono più di una, però, si può sempre indire un unico bando diviso in più lotti, un lotto per ogni destinazione.
- Individuare mete legate ai piani di studio. Per accorciare i tempi, è consigliato scegliere mete che siano più facilmente ricollegabili all'offerta formativa e ai piani di studio, in modo che il lavoro di raccordo didattico necessario sia meno impegnativo. Altrimenti, se si parte da zero i tempi sono decisamente molto ristretti. Generalmente, infatti, per realizzare un viaggio in primavera si comincia a lavorare dall'autunno.
- Non dimenticarsi qual è la funzione e l'importanza delle gite. I viaggi di istruzione o visite didattiche sono parte dell'offerta formativa, non sono un momento di svago. Sono un momento di istruzione ed educazione, nel quale si va a visitare una località che presenta vari elementi di interesse. Può essere un luogo artistico o un luogo di rilevanza storica o un luogo di rilevanza sociale.
- Per costruire il gruppo classe. Le gite hanno una funzione anche sotto il profilo della socialità, per esempio per la costruzione del gruppo classe. I ragazzi trascorrono del tempo in un luogo insolito, sotto la guida di insegnanti che sono abituati a vedere soltanto in un contesto scolastico. La gita quindi presenta elementi di novità, di interesse e di crescita. Soprattutto per i più piccoli.
- Un segnale di normalità. A due mesi e mezzo dalla fine dell'anno scolastico, non c'è più molto tempo. Si dovrebbe pensare quindi a iniziative di più limitato respiro, che permettono di rimettere il naso fuori dalla scuola. È un segnale di ritorno alla normalità.