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Come fare il giornalino di classe, seconda parte

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Come fare il giornalino di classe, seconda parte
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Scopriamo insieme come definire la linea editoriale e organizzare la riunione di redazione

di Massimiliano Carbonaro

Il secondo capitolo della guida pratica per la realizzazione del giornalino di classe o della scuola punta a entrare nel vivo di questa attività. Risolti i problemi tecnici e logistici preliminari, a cominciare dalla scelta se realizzare una testata esclusivamente cartacea oppure solo online, o ancora se utilizzare entrambe le possibilità, si entra nella fase più operativa. Ecco la seconda parte della nostra guida su come fare il giornalino di classe.

Primo step: la riunione di redazione

Si è deciso il nome, spesso il logo, si è anche fatta un’adeguata campagna promozionale per l’istituto. È quasi tutto pronto, allora; resta da portare a conclusione un ultimo passaggio prima della riunione di redazione con cui fare la conoscenza con i ragazzi che hanno aderito al progetto.

Nei quotidiani l’incontro è fissato ogni giorno alla stessa ora, mentre nei settimanali e nei mensili rispettivamente una volta alla settimana o al mese. Come funziona? Il direttore indirà la riunione specificando giorno, ora, durata e luogo. I redattori dovranno partecipare e presentare proposte da sviluppare. Il direttore prenderà appunti, farà domande (Perché tratteresti questo tema? Secondo te, che cosa potrebbe interessare ai lettori?). Il resto della redazione (con molto garbo) potrà intervenire con idee connesse intavolando una discussione (Perché non parliamo anche di...? Mi hai fatto venire in mente che...?). Nel giro di un paio di giorni, il direttore dovrà stilare una scaletta di massima del giornalino e condividerla con i redattori, assegnando gli incarichi e fissando i tempi di consegna.

Scegliere la linea editoriale del giornalino

Prima decisione: bisogna stabilire quale sarà la linea editoriale ovvero il tono, i lettori e che tipo di informazione dare. Bisogna, infatti, decidere in maniera preliminare quali articoli ospiterà il giornalino, qual è la linea editoriale che vogliamo sia seguita. Quale tipo di informazione e di contenuti vogliamo che siano realizzati dai ragazzi.

Insomma, è necessario avere un’idea di massima di che tipo di testata sarà: si tratta di un passaggio determinante per tracciare una direzione precisa, quasi infondere un’anima al giornalino di classe. Conviene che siano i docenti che supervisionano e guidano il progetto a prendere questa decisione e che poi diano le indicazioni ai ragazzi. Ovviamente non ci si può discostare troppo dagli interessi dei futuri redattori, ma è possibile trovare il giusto equilibrio tra argomenti legati alla vita scolastica, all’attualità, argomenti culturali pop – dal cinema ai fumetti, senza dimenticare la musica e i videogiochi – temi scientifici a loro congeniali come il futuro del pianeta o il clima.

L’esperienza dell’Istituto comprensivo Capponi di Milano

“Per quanto riguarda i temi che trattiamo” spiega Tomaso Zanda che ha contribuito alla realizzazione del giornalino scolastico presso l’istituto comprensivo G. Capponi di Milano “sono tutti vicini alle esperienze dei ragazzi a cominciare da quelle scolastiche, come per esempio la visita a una mostra”. Il giornalino realizzato si chiama La Nueva Stampa perché è bilingue, in spagnolo e italiano, e ha un unico grande obiettivo: riuscire a coinvolgere i ragazzi. In questa direzione si muove l’intero istituto che ha introdotto diversi progetti con questo scopo, tutti all’interno di una didattica innovativa che ha per proposito combattere la dispersione scolastica e la povertà educativa. Per esempio, si è rivelato di grande successo insieme alla Nueva Stampa, anche l’iniziativa #Tu6scuola promossa con l’aiuto dell’associazione Ciai (Centro italiano aiuti all’infanzia) – che prevede numerosi laboratori (tra cui uno di cinema di grande successo).

“Fin dalla partenza” continua Zanda “era importante cercare di fare il possibile per interessarli. Essendo poi una situazione di prova, volevamo vedere che cosa andasse bene. Per noi era interessante essere il più vari possibile”.

L’occhiolino dell’I.c. di Sestu (Sardegna)

Questo giornalino di classe è realizzato da una redazione di ragazzi della quinta elementare e delle scuole medie e gli argomenti che trovano più spazio sono quelli legati alle attività della scuola: dall’uscita didattica fino al viaggio d’istruzione. “Ma i temi che interessano maggiormente” commenta insieme il gruppo di insegnanti che contribuisce alla sua realizzazione “sono legati all’attualità. Ci sono eventi che li colpiscono molto come il caso di Greta Thunberg, o l’elezione di Donald Trump”. Un filone che ha avuto ampio spazio con articoli sviluppati in più riprese è stato quello del vandalismo. Nell’istituto sardo, purtroppo, ci sono stati diversi episodi contro la struttura e una giovane redattrice si è appassionata all’argomento continuando a raccontarlo in più puntate.

“Quello che trova meno eco nel giornalino» concludono rammaricati “è quanto succede nella nostra piccola comunità cittadina. Si concentrano, invece, più sui loro interessi o se vengono colpiti da eventi nazionali o internazionali. Ricordiamo in particolare un articolo sulla morte di quei poveri ragazzi durante il concerto di Sfera Ebbasta. Soprattutto vogliono raccontare la vita all’interno della scuola, un po’ perché è più facile, un po’ perché ne sono i veri protagonisti”.

Formare la redazione e decidere i ruoli

Una volta deciso di mettere in pista un giornalino, il primo appuntamento importante è la prima riunione di redazione, dove ci si conosce meglio, si instaurano nuove dinamiche interpersonali diverse da quelle all’interno della classe, si assegnano anche i primi incarichi. Aiuta molto lo spazio a disposizione per gli incontri e le riunioni. È interessante la scelta fatta per La Nueva Stampa che può usare un’aula senza i banchi, quindi con molto spazio libero e che consente ai ragazzi di posizionarsi come meglio credono, persino di sedersi o stendersi per terra.

In questo modo, si riesce a entrare in un’altra dimensione, diversa da quella della classe, dei banchi ordinati e del rapporto inevitabilmente rigido con l’insegnante-adulto. In generale, all’inizio gli aspiranti redattori e redattrici sono intimiditi, quasi in imbarazzo: appaiono senza idee, bisognosi di una guida molto presente, di continui suggerimenti. Con il tempo acquistano maggiore sicurezza e anche consapevolezza e questo li spinge a essere più intraprendenti. Per rompere il ghiaccio presentatevi con alcune proposte/idee da sviluppare che immaginate possano essere di loro gradimento, per esempio musica, sport, tecnologia, animali o giochi.

Chi farà il direttore?

Il direttore del giornalino di classe sarà il docente. Tutto il resto sarà demandato ai giornalisti in erba, senza intervenire troppo. Il direttore, la guida e soprattutto chi ha l’ultima parola è sempre il docente, ma il resto del lavoro deve essere suddiviso tra i ragazzi. Non c’è un numero definito di partecipanti senza il quale il progetto non può partire.

Per esempio, con La Nueva Stampa partecipano ogni anno due classi in contemporanea. Mentre al giornalino Non solo Atzeni, legato a un liceo del comune di Capoterra, prende parte liberamente chiunque vuole essere della partita.

Se i partecipanti sono numerosi, è possibile dividerli in gruppi e comunque sarebbe meglio fin dal primo incontro assegnare a tutti un incarico in modo da non far scemare l’entusiasmo iniziale.

Distribuire i compiti della redazione

Il primo incontro di redazione, purtroppo, spesso si conclude senza essere riusciti ad assegnare neanche un articolo. Ma, in realtà, si possono attribuire piccoli incarichi per approfondire temi di interesse: raccolta di immagini della scuola, preparare un calendario delle iniziative e degli anniversari, realizzare i primi giochi di parole, vignette o cruciverba, e se qualcuno dei ragazzi ha già proposte più concrete per un articolo, lasciarlo procedere.

La curiosità va alimentata. Fondamentale mantenere l’entusiasmo dei giovani redattori e occuparsi delle nuove leve.

È interessante l’esperienza del progetto sardo che dedica sempre i primi incontri alla formazione dei ragazzi: “Le prime riunioni” spiega Bruno Deplano, responsabile del progetto “servono per la trasmissione dei saperi, con i ragazzi più esperti che si preoccupano di far inserire le nuove leve”. Infatti, il problema più grande di questo tipo di iniziative è perdere l’entusiasmo dei ragazzi e trovarsi da un anno all’altro senza redattori. Molto delicato è soprattutto il passaggio dal primo al secondo anno di vita di un giornalino.

Alla realizzazione dell’Occhiolino contribuiscono una trentina di redattori provenienti da tutta la scuola e ogni classe partecipa con almeno uno-due alunni (in alcuni casi, persino con tre). Mentre “la redazione del Non solo Atzeni” conclude Deplano “è frutto di tutte le classi. Abbiamo imparato che bisogna coinvolgere i ragazzi fin dalla prima perché non possiamo fare a meno di nessuno”.

Fare il giornalino di classe è un lavoro un po’ complesso ma che regala tantissime soddisfazioni a docenti e alunni. È importante, però, che tutto sia organizzato al meglio.

Leggi anche gli altri articoli della nostra guida:

  1. Come si raccolgono le notizie, la verifica delle fonti, attenzione alle fake news, i social network.
  2. La scelta delle immagini e grafiche semplici (bullet point, numeri, dati). I video. La revisione finale del giornale: chi si offre come correttore di bozze?
  3. Le piattaforme di divulgazione. Come creare un pdf con il giornalino da stampare (e magari farsi pagare alla festa di fine anno) e come fare un piccolo blog online (WordPress).