Il compito di realtà è la parola più frequente nelle progettazioni didattiche di oggi. Assodato che i contenuti appresi, per essere davvero validi e funzionali, debbano trasformarsi in competenze, quali sono le attività che davvero possiamo ritenere compiti di realtà?
Mi faccio spesso questa domanda, mi interrogo sulla validità delle proposte; nel corso della mia esperienza ho potuto osservare che quando la disciplina incontra il contesto del bambino in modo diretto, trasformando lo studente in creatore e progettatore, allora possiamo osservare quanto l'argomento sia davvero interiorizzato.
Da sempre sostenitrice della libera creatività, esploratrice del mondo esperenziale e cognitivo del bambino, ho proposto alla mia classe terza di scuola Primaria un'attività di geografia che potesse osservare le competenze legate alla conoscenza degli ambienti: mare, montagna, collina e pianura.
Durante l'anno scolastico, la classe ha studiato tutti gli aspetti di ogni singolo ambiente:
Lo studio delle discipline orali è uno scoglio importante per gli alunni delle classi terze; il rischio è quello di non presentare strumenti idonei a sviluppare un buon metodo di studio. Appassionati, o meglio dire suggestionati dalla moda della mappa concettuale, dimentichiamo che alcuni studenti riescono a fare proprie le conoscenze attraverso il riassunto, la sottolineatura, l'ascolto della propria voce registrata, il supporto iconografico.
Bisogna scongiurare l'idea di intraprendere una sola strada, bisogna presentare tutte le vie possibili e lasciare allo studente la possibilità di scegliere la propria. Detto ciò, il vero compito di realtà sarà quindi quello in cui l'alunno, attingendo da quello che è il suo bagaglio di strumenti e conoscenze, dimostrerà di aver "capito", racconterà ciò che è stato interiorizzato.
A questo si aggancia la proposta per l'estate offerta ai miei ragazzi; ispirata dalla recente campagna pubblicitaria "Open to Meraviglia", ho assegnato alla classe il compito di realizzare un volantino per invitare a visitare uno degli ambienti studiati.
A ogni bambino consegno l'immagine della Venere di Botticelli. Come è stato fatto per la campagna "Open to Meraviglia", in base all'ambiente prescelto ogni studente ha dato nuova vita all'opera d'arte, contestualizzandola al luogo in cui questa è inserita.
Alle porte dell'estate, penso ai nostri studenti ormai sempre più alienati dalla realtà, immersi in una dimensione fatta di schermi e specchi neri.
Raccontare e osservare un luogo è indispensabile, in estate come a scuola, conoscere significa fare esperienza.
Apriamo gli occhi alla Meraviglia.