Non si può non rimanere incantati dalla scienza, dalle sue meraviglie e dai suoi misteri. Soprattuto dopo aver visitato la mostra Unknown Unknowns. An introduction to Mysteries, che tra i suoi obiettivi ha sicuramente quello di incuriosire e affascinare i più giovani e spingerli ad amare e approfondire le materie scientifiche. E dell’importanza del sapere matematico ne è convinta sostenitrice la curatrice: Ersilia Vaudo, non solo astrofisica Chief Diversity Officer all’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, ma anche fondatrice del progetto Il cielo Itinerante, associazione no profit nata nel 2021 proprio con l’obiettivo di avvicinare bambini e bambine al fascino della scienza e dello Spazio».
Qual è la chiave per far innamorare i bambini alle materie scientifiche?
«Intanto attivare la loro curiosità, stimolare la capacità incredibile che hanno di fare domande e non fermarsi a dare loro la prima risposta. Questo è fondamentale soprattutto nel caso delle bambine che hanno molta più difficoltà a fare domande rispetto ai maschi».
Parlando di bambine, in Italia c’è un vero e proprio problema con le materie STEM (science, technology, engineering and mathematics)
«Sì, l’Italia è il Paese in Europa con maggior divario nella scelta di studi scientifici tra ragazze ragazzi (solo il 22% delle ragazze scelgono corsi universitari nelle materie STEM. Ma le materie STEM sono quelle che danno più possibilità di lavoro Rappresentano infatti i settori con maggiori opportunità di lavoro e con le dinamiche di crescita salariale più pronunciate. Inutile parlare quindi di pari opportunità finché ci sarà disuguaglianza di genere nella matematica. E le prime differenze di genere nascono già alle elementari con lo studio della matematica, materia che io considero “un abilitatore di futuro».
Come nasce questo gap di genere?
«Spesso in contesto domestico, gli stereotipi si coltivano in famiglia. Ma la scuola dovrebbe appiattire queste differenze, ma spesso non succede. Per esempio, le femmine hanno più paura dei maschi di sbagliare, ma l’errore va valorizzato. Se una bambina sbaglia un compito di matematica, non significa che è negata! Non esistono persone non portate per la matematica e questo gli insegnanti devono tenerlo sempre presente».
Cosa si può fare per ridurre questo gap?
«Bisogna scardinare gli stereotipi di genere in famiglia, per esempio attraverso il gioco: cucinare insieme ai figli comete di ghiaccio, lanciare razzi, e ovviamente evitare di differenziare i giochi tra maschi e femmine. E anche l’uso del vocabolario, per esempio evitare espressioni come “sono cose da femmina”. E compito della scuola dovrebbe essere quello di portare tutti, ma proprio tutti a comprendere il linguaggio matematico, senza lasciare indietro nessuno: se uno studente o una studentessa si convincono di non essere portati, abbiamo il dovere di portarli noi».
Ridurre la disparità di genere, ma anche quella economica...
«Sì, è importante anche includere i bambini che vengono da situazioni di povertà educativa e disagio sociale. Ed è questo è lo scopo della mia associazione il Cielo Itinerante: dare a tutti i bambini la possibilità di mettere gli occhi su un telescopio, guardare il cielo, incuriosirsi, dare a loro il desiderio di immaginarsi nel futuro. In Francia, per esempio, hanno dichiarato la matematica una emergenza nazionale. Questo perché c’è la consapevolezza che uno scarso rendimento in matematica può portare a una situazione socialmente ed economicamente disastrosa che può pesare fortemente sullo sviluppo del Paese. Inoltre la mancata padronanza dei numeri porta a un senso di inadeguatezza generale, produce cittadini più inclini a delegare ragionamenti complessi, a preferire semplificazioni e diffidare degli esperti. Questo è un rischio per la democrazia, oltre che per l’economia. Ecco perché non bisogna escludere nessuno dalla comprensione di un linguaggio universale come quello della matematica».
E tornando alla mostra, quali spunti possono trovare bambini e adolescenti?
«So che sono molte le scuole che stanno andando a visitarla e i bambini sono molto contenti. Il consiglio è di lasciarli liberi di girare e di stupirsi: è un percorso di meraviglia. Per esempio troveranno gamberetti in un ecosistema totalmente autonomo realizzato dalla Nasa, incredibili nidi sotterranei costruiti dalle formiche, un vaso fabbricato dalle api, le pietre di Marte che vogliono un passaporto per difendersi in modo che nessuno vada ad abitare lì, ci sono anche progetti su come sarebbe vivere su un altro pianeta. Insomma ci sono tante storie che si possono raccontare e che accenderanno l’immaginazione dei bambini. E nel giardino c’è la bellissima installazione di Fondazione Bracco “Mind The Stem Gap”».
È l’installazione ideata dalla fondazione Bracco e progettata da Space Caviar proprio in occasione di questa mostra, con lo scopo di superare gli stereotipi di genere. Si presenta come un’astronave in cui ci sono 16 postazioni dotate di visori ottici e joystick in cui ragazze e ragazzi possono cimentarsi in una sfida attraverso il sapere scientifico.
Ad accompagnare nei vari livelli di gioco ci saranno sei scienziate del passato: la fisica Marie Curie, le matematiche Ada Lovelace e Maria Gaetana Agnesi, la filosofa Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la botanica Anna Atkins, l’astronoma Annie Jump Cannon.
«Questo intervento è rivolto alle scuole medie e parte dal nostro manifesto che contiene e i sei principi contro gli stereotipi di genere - ci racconta Gaela Bernini, Segretario Generale di Fondazione Bracco - Questi sei principi prendono corpo nel gioco Mind the Stem Gap dove per ogni livello c’è una delle sei scienziate a dare il benvenuto e a raccontare la propria vita con le sue battaglie per emanciparsi. Erano tutte donne molto sicure di sé e molto determinate. E su questo le ragazze di oggi devono lavorare: imparare a concentrarsi meno sull’aspetto esteriore e focalizzarsi di più a fortificare la propria preparazione interiore per essere pronte ad affrontare il mondo. Alla fine del gioco si può firmare il manifesto e partecipare alla nostra campagna di comunicazione. E per le scuole che partecipano abbiamo preparato del materiale didattico in modo da continuare il lavoro in classe dopo l’esperienza ludica in Triennale. I docenti infatti devono essere i nostri alleati per avviare un vero e proprio cambiamento culturale perché in Italia c’è proprio bisogno».
Triennale Milano, presso il Giardino Giancarlo De Carlo viale E. Alemagna 6 Milano. Fino al 31 ottobre 2022
Ingresso libero
Unknown Unknowns. An introduction to Mysteries - 23ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano
Triennale Milano, viale E. Alemagna 6 Milano. Fino all’11 dicembre 2022
Per informazioni: