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Errori ed orrori al concorso per docenti: l’opinione di un maestro

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Errori ed orrori al concorso per docenti: l’opinione di un maestro
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I test infarciti di strafalcioni e inesattezze hanno fatto toccare il fondo a una pratica di selezione ormai anacronistica e poco meritocratica. Mai come ora un cambiamento radicale sembra necessario per riportare credibilità al mondo scolastico. Il punto di Alex Corlazzoli

Gli orrori che sono stati fatti per le prove del concorso docenti sono la dimostrazione di quanto la scuola italiana faccia schifo. In queste settimane più articoli sono usciti sui quotidiani nazionali, in merito agli errori che sono stati inseriti nei test che i docenti hanno svolto. Siamo di fronte ad una vergognosa dimostrazione di come questa procedura sia ormai fallita, inutile, persino fuorviante. Come si può pensare che un esame di Stato si proponga con degli sbagli sostanziali e persino grammaticali? È questa l’immagine della Scuola italiana?

Pensate se i nostri ragazzi, in aula, dovessero ricevere da noi delle verifiche con degli errori madornali: i genitori si rivolterebbero contro di noi, ci accuserebbero (anche giustamente) di essere degli incapaci, di non saper fare il nostro lavoro, di essere degli incompetenti. E invece, che accadrà al ministero per aver messo sul tavolo quiz fatti in questo modo? Nulla, proprio nulla.

Errori ingiustificabili

Ma andiamo a vedere qualcuno di questi errori. Partiamo dal più assurdo: “Qual’è la configurazione elettronica del fluoro (F)?”. Non siamo di fronte ad uno sbaglio per distrazione ma a correzioni grammaticali da penna blu. Ecco altri esempi lampanti.

Il primo: “Nell’ambito della termologia il calore si può propagare per convenzione quando….”. Qualcuno ha dimenticato che semmai è conduzione.

In un altro caso è il congiuntivo ad essere finito male: “Per verificare sperimentalmente il moto rettilineo uniforme attraverso una rotaia a cuscino d’aria è necessario: a) Utilizzare un carrello di massa trascurabile b) Utilizzare un carrello trascinato per mezzo di masse note c) Che il piano della rotaia sia inclinato d) Che il compressore IMMETTI aria nella rotaia”.

Altro caso: la nota maison francese Van Cleef & Arpels diventa per ben due volte, in un quesito in cui sono due anche le domande, "Van Clef & Arpels". Si sono persi la "e" per strada. Per la classe di concorso A001, George Seurat è diventato George Seruat.

Ma ci sono anche errori che potevano indurre a sbagliare.  Un esempio: in uno dei quesiti si parla di “parallelogramma esagonale” che non esiste. A diventare famoso è stato ormai il quesito su Howard Gardner che ha persino scritto al ministero. Nessuna delle quattro risposte proposte era corretta e la conferma sarebbe arrivata dallo stesso Gardner, interpellato da alcuni candidati. Secondo il Corriere della Sera, Gardner avrebbe scritto in viale Trastevere una mail per chiedere la correzione.

Altro caso: il ministero chiedeva di individuare – oltre al relativo autore, Laurence Sterne – il titolo dell’opera di cui questa frase sarebbe l’inizio: “I begin with writing the first sentence – and trusting to Almighty God for the second”. In realtà la frase non compare all’inizio di nessuna opera di Laurence Sterne, ma nel secondo capitolo dell’ottavo volume del romanzo a puntate The Life and Opinions of Tristram Shandy, gentleman.

Il 22 giugno scorso viale Trastevere con una nota ha ammesso gli errori: «Con riferimento agli appelli e alle notizie sui quesiti delle prove scritte dell'ultimo concorso ordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado, il Ministero dell’Istruzione fa sapere che tutte le segnalazioni pervenute sono controllate dalla Commissione nazionale del concorso e dai 131 gruppi di lavoro di disciplinaristi, dedicati alle singole classi di concorso. Nei casi in cui sono riscontrati errori, le domande vengono annullate e i punteggi dei candidati rivisti».

Fino al 24 giugno scorso su 8 mila quesiti solo 37 sono stati annullati.

I responsabili

La questione a questo punto è: chi ha scritto queste sciocchezze?
Sono i 279 componenti dei 131 gruppi citati sopra: il 53% viene dal mondo della scuola, il resto sono accademici oltre a una quota di dirigenti tecnici che hanno il ruolo di ispettori. I loro nomi non si sanno: non sono pubblicati – spiegano dagli uffici di Roma – per evitare pressioni in fase di preparazione delle domande. Ora l’avvocato Vincenzina con il docente di Cagliari sono intenzionati chiedere l'accesso agli atti perché siano desecretati i nomi della Commissione nazionale responsabile della redazione dei quesiti concorsuali. Vedremo come andrà a finire.

La questione è un’altra: nessuno dei 279 componenti si è accorto degli errori lampanti contenuti nelle prove? Nessuno ha riletto i quiz? Nessuno si è preso la briga di verificare, semplicemente in Rete, i testi utilizzati? Perché non fare nomi e cognomi di questi ispettori? Di questi 279 componenti? E il loro lavoro, ora, nonostante sia stato fatto male, verrà pagato?

Nei giorni scorsi oltre cinquanta docenti, tra cui personalità di spicco come Massimo Cacciari o i linguisti Luca Serianni e Luciano Canfora hanno chiesto che il ministero riconosca gli errori commessi nella formulazione di decine di quesiti e provveda a ridefinire i punteggi dei candidati. Ma non basta. É arrivato il momento di abolire i concorsi attraverso una modifica costituzionale ormai necessaria. Chi entra nel mondo della scuola non può essere trattato come un impiegato comunale ma deve superare delle prove che riguardano la sua disciplina ma anche le sue competenze pedagogiche, didattiche, psicologiche, la sua capacità relazionale, la sua capacità di lavorare in équipe: tutte cose che non vengono certo osservate con un test a quiz tra l’altro colmo di errori.

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