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Educazione sessuale: che cosa si fa nel mondo

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Educazione sessuale: che cosa si fa nel mondo
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Un confronto tra l'educazione sessuale in Italia e in altri paesi europei mette in luce la necessità di riformare il sistema educativo italiano.

In Italia, l'educazione sessuale nelle scuole rimane un argomento controverso e spesso evitato, non facendo parte del curriculum scolastico nazionale. Si tratta di un argomento marginale solitamente affrontato solo sporadicamente e per un breve periodo, tramite progetti gestiti da organizzazioni esterne.

L'Italia si colloca tra le poche nazioni europee insieme a Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania, che non dispongono di programmi educativi dedicati all'educazione sessuale nelle scuole. Nel corso degli anni, ben sedici proposte parlamentari, inutilmente avviate tra il 1977 e il 2019, hanno cercato di regolamentare l'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole italiane.

Cosa accade nel mondo?

Di fronte a questa realtà, ciò che suscita interesse è comprendere come altri paesi affrontano l'educazione sessuale e quali lezioni possiamo trarne. Come possiamo confrontarci con le nazioni che hanno già implementato programmi educativi in questo ambito?

La necessità di ufficializzare l'educazione sessuale

Un primo passo potrebbe essere l'ufficializzazione dell'educazione sessuale come parte integrante del curriculum scolastico, fornendo agli insegnanti gli strumenti necessari per affrontarla in modo efficace.

Il modello francese: 30-40 ore di educazione sessuale

In Francia, l'educazione sessuale è stata parte integrante dei programmi scolastici dal 1973, con le scuole francesi che dedicano tra le 30 e le 40 ore all'anno a questo tema, oltre a distribuire profilattici agli studenti delle scuole medie e superiori.

Un approccio completo

In Germania, l'educazione sessuale fa parte dei programmi scolastici dal 1970 e copre una vasta gamma di argomenti tra cui la biologia, la psicologia, la sociologia, la riproduzione, l’attività sessuale, la vita di coppia, l’omosessualità, le gravidanze indesiderate, le complicazioni dell'aborto, la violenza sessuale e le malattie sessualmente trasmesse. Questo approccio potrebbe rispondere alle preoccupazioni emerse da uno studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità in Italia, che ha rilevato comportamenti rischiosi tra gli adolescenti italiani, come il mancato utilizzo di metodi contraccettivi.

Gli adolescenti italiani e la sessualità

Secondo dati dell'Istituto Superiore di Sanità, su oltre 16 mila ragazzi tra i 16 e 17 anni iscritti in 482 scuole d'Italia nel 2019, il 10% di chi è sessualmente attivo non usa alcun metodo contraccettivo, nemmeno il coito interrotto. Un adolescente su dieci pensa addirittura che il coito interrotto protegga dalle malattie, e il 9% dei maschi e il 7% delle femmine è convinto che fare sesso calcolando i giorni fertili sia sufficiente per proteggersi dalle eventuali malattie sessualmente trasmesse. E ancora: il 20% di loro - uno su cinque fra maschi e femmine - considera la pillola anticoncezionale un metodo valido per evitare infezioni.

In Scandinavia un approccio precoce

Nel Nord Europa l'educazione sessuale è parte integrante dei programmi scolastici da molti anni. In Svezia, si affrontano argomenti legati alla sessualità fin dalle prime classi elementari, mentre in Finlandia, un kit introduttivo di educazione sessuale contenente materiale informativo, profilattici e video educativi viene distribuito a tutti i quindicenni.

L'età giusta: troppo presto o troppo tardi?

Una delle sfide principali è stabilire l'età più opportuna per iniziare l'educazione sessuale, cercando di evitare il rischio che sia troppo precoce o troppo tardiva.

Le regole della Gran Bretagna

In Inghilterra e nel Galles, l'educazione sessuale è obbligatoria per i ragazzi sopra i 15 anni dal 2009, con i genitori che non possono escludere i loro figli dalla partecipazione alle lezioni. Il programma si concentra sui processi riproduttivi, lo sviluppo fetale e le trasformazioni fisiche e psicologiche legate alla pubertà. Le informazioni sui contraccettivi e la prevenzione delle malattie sono lasciate alla discrezione delle scuole locali. In Scozia, il programma "Sano Rispetto" (Healthy Respect) va oltre gli aspetti biologici della riproduzione, mettendo l'accento sui rapporti umani e sulle emozioni.

In conclusione, l'educazione sessuale rimane un argomento dibattuto e controverso in Italia, mentre molti paesi europei hanno adottato programmi più strutturati e precoci. La questione principale rimane l'urgente necessità di affrontare seriamente questo tema all'interno del sistema educativo italiano, fornendo agli insegnanti gli strumenti e le risorse necessarie per garantire una formazione completa e informativa ai giovani.

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