Educazione civica, un termine che ci riporta esattamente alla nostra quotidianità. Pensare di “fare” educazione civica è semplicemente creare consapevolezza del nostro essere cittadini dentro una comunità. A scuola si è cittadini dentro un determinato ambiente che però non è mai scollegato da quello esterno: la strada per giungere a scuola, il proprio quartiere, la propria città, la propria Regione e così via.
Una delle componenti importanti dell’insegnamento dell’educazione civica è quella di farla vivere come esperienza. La sola teoria non attacca, si rischia di farla diventare lettera morta.
Come organizzare dunque un percorso sostenibile? Si parta innanzitutto dall’età degli allievi e allieve.
Per non scollegare l’attività dall’esperienza la prima domanda che si deve porre un insegnante è sempre: è sostenibile questa proposta? Fa parte della vita dei miei alunni/e? È un’esperienza possibile?
Detto questo proviamo a immaginare un percorso di cittadinanza attiva.
Faccio una proposta molto semplice che può essere adattata a vari argomenti e diventare assolutamente interdisciplinare. Può agganciare le varie materie ed ognuno può fare il suo “pezzetto” creando un lavoro spalmato e dunque maggiormente incisivo.
Si passa all’ultimo step caratterizzato da un’altra domanda interrogante:
Naturalmente non abbiamo risposte preventive, è importante seguire il lavoro e curare attentamente il percorso che implicitamente diventa ricerca, proposta, attivazione.
La sintesi dovrebbe essere: ognuno di noi può fare la sua piccola parte nel miglioramento dell’ambiente in cui vive. Ognuno di noi è coproprietario del bene pubblico e solo sentendoci appartenenti ad un territorio, zona, scuola, parco possiamo averne cura.
Educazione civica è imparare a vivere nel rispetto reciproco e nel rispetto e cura delle cose nostre ed altrui.