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Educazione ambientale: perché è utile piantare più alberi in città? Attività pratiche per le classi

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Educazione ambientale: perché è utile piantare più alberi in città? Attività pratiche per le classi
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Il cambiamento climatico si può mitigare aumentando le aree verdi, soprattutto nelle città. Ecco come spiegarlo agli alunni in classe e coinvolgerli con due attività da fare insieme.

Perché è utile piantare più alberi in città? Perché un albero in città vale il doppio o il triplo rispetto a un albero in un bosco e riesce a offrire più vantaggi concreti:

  • Un albero produce ossigeno e assorbe CO2, dunque è una piccola mitigazione all’aumento dell’effetto serra;
  • Un albero assorbe non solo CO2: crescendo assorbe anche altri gas ad effetto serra e trattiene, tramite il fogliame, anche quelle micropolveri (PM 10, PM 5 e PM 2,5) che nelle città stanno divenendo la principale causa delle malattie polmonari nei bambini, quali asma e bronchite cronica. Grazie alla sua chioma un albero rallenta il vento che si forma tra i palazzi e dunque limita la diffusione degli inquinanti;
  • Allo stesso modo la chioma di un albero trattiene l’umidita e respinge i raggi del Sole nelle ore più intense: il verde urbano significa meno uso dei condizionatori e dunque risparmio energetico e meno effetto serra;
  • Riduzione dell’inquinamento acustico: il rumore costante che viene dal traffico di auto, tram e autobus viene assorbito da alberi e siepi fatte crescere alte come un muro;
  • L’albero ha bisogno di un suolo libero per crescere; più alberi vuole dire meno asfalto e meno cemento, dunque si aumenta la capacità del suolo di trattenere la pioggia quando cade, che altrimenti scorrerebbe via per le strade e nelle fognature. In caso di piogge intense e improvvise un terreno capace di assorbire l’acqua diminuisce la possibilità di alluvioni, smottamenti, frane;
  • Un albero è una piccola isola di biodiversità: offre riparo a uccelli e insetti, che a loro volta sono un pezzo della catena alimentare.

La perdita di alberi e verde in città non ha un solo responsabile ed è compito di ogni cittadino sensibile vigilare per limitare il consumo di suolo e proporre alternative. Ovviamente una nuova sensibilità si può costruire a scuola, attraverso le due attività pratiche che seguono pensate per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado.

ATTIVITÀ PRATICHE

  • Attività per la scuola primaria

Organizzando una ricognizione collettiva del quartiere e delle zone vicino a scuola, e utilizzando il cortile della scuola, se possibile, si tratta di capire come aumentare il verde intorno a noi. Ovviamente prendendo contatto con il comune (assessorato all’ambiente, tipicamente) e con chi gestisce in città il verde pubblico. Cercando poi l’aiuto e la consulenza di un florovivaista o di un laureato in scienze forestali (magari può aiutare consultare Federforeste) si stabilisce quali specie di alberi o di siepi sono più adatti rispetto alla destinazione.

Operativamente per l’attività servono vasi dello yogurt (da mezzo kg), e vasi da fiore di medie dimensioni (diametro 25, altezza 30 cm circa), terriccio, un piccolo innaffiatoio, noccioli di alcuni frutti (ciliegia, albicocca, pesca, susina, nespole…) o i semi che si possono acquistare in un vivaio.

Con i ragazzi si prepara il vaso, che per i primi due mesi può anche essere un vasetto grande dello yogurt, pulito e con 2-3 piccoli fori sul fondo (li puoi fare con la punta di una forbice). Serve terriccio di ottima qualità e bisogna mettere un nocciolo per vaso. Se scegli il nocciolo può essere vantaggioso scalfirlo appena (tranne che per il nocciolo della pesca), per creare una piccola crepa in modo che la germinazione sia più facile. Il nocciolo va sistemato ad appena un centimetro di profondità

I vasi vanno poi sistemati in un luogo caldo ma non secco (lontano da un termosifone), con qualche ora di luce diretta al giorno e bagnati poco: il terreno Così piantati i primi germogli appariranno in primavera (il ciliegio anche verso l’estate) e si potranno spostare in un vaso più grande. Per l’estate ogni bambino se ne potrà portare a casa uno (da lasciare anche sul balcone, magari un po’ in ombra) e dopo un anno i primi alberelli potranno esser pronti per il passaggio in terreno libero.

Al posto degli alberi da frutto si possono anche piantare alberi autoctoni, tipici della nostra penisola o tipici della tua zona. Una quercia, ad esempio (le ghiande si possono raccogliere durante una passeggiata in un bosco) e una conifera, che sono alberi che ben si adattano a tutti gli habitat presenti in Italia.

Molte varietà di alberi crescono anche per talea, una tecnica che consiste nel mettere in vaso non un seme bensì un rametto dell’albero che si vuole far crescere. È un’operazione semplice, ma la prima volta occorre farsi mostrare da chi la sa fare bene: un tecnico del Comune, come dicevamo, o magari tra i genitori, i nonni o gli zii c’è qualcuno particolarmente esperto che può essere invitato in classe.

  • Attività pratica per la scuola secondaria di primo grado

Per praticità (pulizie e manutenzioni più semplici) strade e marciapiedi delle città sono spesso ricoperti da asfalto e cemento, porfido o lastre di pietra. Idem per i cortili delle scuole mentre per il tetto del garage o della palestra bitume o catrame sono la soluzione meno costosa. Tutti materiali che, sia per il colore tendenzialmente scuro che per le peculiarità del materiale stesso, assorbono l’energia del Sole, la trattengono al suolo anziché rifletterla come farebbe una superficie bianca, la accumulano durante il giorno e la rilasciano al tramonto. Strade strette senza verde diventano così, nelle giornate più calde, dei veri e propri canyon di aria torrida, il tetto bitumoso di un garage di notte si trasforma in una sorta di stufa. Tutti abbiamo negli occhi quel paesino di mare, siciliano o pugliese, con le case tutte rigorosamente bianchissime… l’empirismo della sapienza popolare ha suggerito il bianco come strategia per tenere le case più fresche. Analogamente una strada alberata è un rimedio naturale contro la calura: la chioma dell’albero assorbe l’energia solare ed evita che arrivi a riscaldare la superficie della strada o la facciata del palazzo; già questa semplice circostanza può far diminuire di 3-5 gradi la temperatura di quell’area.

Una prima attività riguarda il meccanismo fisico che si chiama albedo: ogni superficie, naturale o artificiale, riflette la luce del Sole (e dunque il calore associato) in modo diverso, anzitutto per via del suo colore, quindi per le caratteristiche del materiale stesso (l’acqua scura di un mare profondo assorbe parecchio calore, la neve fresca riflette anche il 95% della radiazione solare, eppure sempre di molecole di acqua si tratta). Basta procurarsi un fotometro (detto anche luxometro o esposimetro) e si misura quanta luce riflettono diversi tipi di materiali colpiti dal Sole. Ovviamente effettuando la misura nello stesso momento, o quasi, e ripetendo la misura in giornate diverse e in un arco di tempo che contempli sia condizioni più tipicamente invernali che condizioni quasi estive. Procurandosi un termometro a infrarossi (costa 25-30 euro, un fotometro anche meno) potrete fare una misurazione doppia.

I ragazzi potranno così scoprire che l’ombra naturale provocata da un albero è più fresca rispetto a quella di una tenda o di un’altra struttura: una superficie artificiale tende a rilasciare una quantità di calore pari a quella assorbita per irraggiamento, mentre l’albero si nutre dell’energia solare: le sue foglie sono lì apposta per catturarla in tutti modi e innescare la fotosintesi. Un risultato simile (anche se minore, a dire il vero) lo si ottiene con una pergola sul balcone, con delle siepi alte su un terrazzo o con un rampicante che si lascia libero di ricoprire la facciata di una casa. Inoltre una pianta con una chioma molto ampia e fitta crea, sotto di sé, un microclima dove l’aria circola più facilmente aiutata anche dalla traspirazione delle foglie: l’acqua del sottosuolo viene assorbita dalle radici e in parte restituita all’atmosfera sotto forma di vapor acqueo.

La seconda attività diventa la prosecuzione della prima: se il dato scientifico mi informa sui vantaggi di erba, alberi, siepi e rampicanti al posto di cemento, calcestruzzo e bitume posso allora chiedere al dirigente scolastico e all’assessore all’ambiente della mia città (da cui dipende, tipicamente, anche la gestione del verde urbano) di aumentare il verde.