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Eco-pedagogia: il ruolo attivo dei bambini

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Eco-pedagogia: il ruolo attivo dei bambini

Pur partendo dalla conoscenza dei problemi legati all’inquinamento, per lo sviluppo dei bambini è fondamentale proporre una via d’uscita e far sì che entrino nel ruolo di salvatori del pianeta

Quando si parla di ambiente e in particolare di inquinamento ambientale si pensa ad alcune problematiche specifiche e soprattutto a situazioni estreme come quella legata alle plastiche che formano enormi isole galleggianti negli oceani. Ma l’inquinamento non è soltanto questo: è una trasformazione profonda e sempre più ubiquitaria della composizione stessa dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo e delle catene alimentari.

La letteratura scientifica su questi temi è ormai molto consistente, ma è importante che se ne parli anche in contesti non specialistici e soprattutto nelle nostre scuole. E questo prima di tutto perché è necessario che le conoscenze fondamentali entrino a pieno titolo e fin dai primi anni nella formazione curricolare di milioni di studenti, perché le informazioni arrivino in modo corretto, soprattutto ai bambini, che non devono essere né turbati da messaggi allarmistici né fuorviati da informazioni rassicuranti e superficiali rispetto a problematiche che sono e saranno di enorme portata per la loro vita futura.

COMUNICARE LA SERIETÀ DEL PROBLEMA AMBIENTALE

È fondamentale trovare un modo scientificamente corretto e coinvolgente per informare gli studenti e in particolare i bambini e per fornire loro idee e modalità per attivarsi nei prossimi anni a difesa della natura e del proprio futuro.

Una tematica di particolare interesse è quella che concerne le relazioni tra ambiente e salute in particolare nello sviluppo neuropsichico del bambino. In questo senso si è molto discusso negli ultimi decenni su quanto un contatto diretto con la natura possa essere utile sia a livello biofisico sia a livello di sviluppo neuropsichico.

A livello biofisico, in quanto nelle nostre città l’esposizione in particolare agli inquinanti dovuti al traffico veicolare e agli inquinanti industriali è dannosa per lo sviluppo del sistema neuropsichico già a partire dall’epoca fetale e poi nei primi anni di vita. A livello di sviluppo neuropsichico, in quanto è evidente che un contatto più diretto e frequente con la natura facilita un più corretto sviluppo di schemi e mappe cognitive per così dire ancestrali presenti nel cervello umano.

OFFRIRE UNO SGUARDO AL DOMANI

Ma a questo punto vogliamo sottolineare la necessità di un vero e proprio cambio di paradigma. Pur partendo dalla conoscenza degli attuali grandi problemi legati all’inquinamento, per lo sviluppo del bambino e della sua psiche, è fondamentale proporre una via d’uscita. Non tramite una superficiale educazione alla sostenibilità, ma attraverso un richiamo a un’assunzione di responsabilità e soprattutto alla possibile definizione di un ruolo attivo nella battaglia in difesa del pianeta.

Si parla molto, a questo proposito, di eco-pedagogia e di eco-didattica che dovrebbero favorire un approccio formativo e conoscitivo incentrato sia sulla conoscenza dei processi biogeochimici e climatici propri della natura e sulle conseguenze dell’azione dell’uomo, sia sui comportamenti individuali e collettivi da adottare per uno sviluppo sostenibile. In molti nidi e in alcune scuole si stanno già diffondendo i principi dell’eco-pedagogia: dedicando più tempo ad attività da svolgere all’aperto e a contatto con gli elementi naturali: terra, acqua, legno, orti didattici, cura delle piante da vaso, eccetera.

Ma sarà anche molto importante impostare l’insegnamento in forme di progetti di narrazione e azioni per far sì che i bambini entrino veramente nel ruolo di salvatori del pianeta: trasformandosi idealmente e concretamente in supereroi