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I 2 capisaldi della didattica per la scuola del futuro

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I 2 capisaldi della didattica per la scuola del futuro

Educare gli alunni a un nuovo stile di vita eco-sostenibile e trasmettere la gioia della conoscenza: questi i due appelli lanciati a Didacta dal sottosegretario all'istruzione Barbara Floridia e dall'esperta di psicologia dell'apprendimento Daniela Lucangeli

Il 21 maggio scorso vagavo per la Fortezza da Basso a Firenze, nella giornata centrale di Didacta, la fiera annuale di riferimento sul futuro e l'innovazione didattica in Italia. Cercavo spunti e idee per la nostra newsletter. Mi sono fermata nell'arena del Ministero dell'Istruzione a seguire uno dei tanti convegni offerti da un programma ricchissimo, forse perfino troppo ricco. Il titolo, Il corpo è docente, la natura anche, mi incuriosiva e soprattutto mi attiravano i relatori: Barbara Floridia, sottosegretario al Ministero dell'Istruzione e Daniela Lucangeli, professoressa di Psicologia dello sviluppo all'Università di Padova. Quando mi sono rialzata, dopo poco più di un'ora, ero un po' stordita. Colpita al cuore dall'immensità del compito che era appena stato assegnato ai docenti presenti insieme a me nell'arena: salvare il mondo e, insieme, salvare i propri alunni dall'infelicità. Roba da far tremare le vene nei polsi, soprattutto a chi ogni giorno magari combatte con il sovraffollamento delle classi, la carenza di formazione e ausili, e anche, diciamoci la verità, un contratto che offre retribuzioni tra le più basse in Europa.

Eppure, il vostro è davvero il mestiere più bello e importante al mondo. Noi di Focus Scuola ne siamo fermamente convinti e allora abbiamo scelto di condividere con voi l'accorato appello affinché raccogliate due sfide altissime ma urgenti e necessarie.

Insieme per il pianeta

Iniziamo dal pianeta: si chiama Rigenerazione Scuola il nuovo piano nazionale del ministero per la transizione ecologica e culturale delle scuole. Educare i ragazzi ad abitare il mondo in modo nuovo, diffondere velocemente un nuovo stile di vita che non prevede lo scarto né l'usa e getta, superare il pensiero antropocentrico, maturare la consapevolezza del legame imprescindibile tra le persone e la casa comune, imparare a minimizzare gli impatti dell'azione dell'uomo sulla natura. Questi gli obiettivi del piano, presentato dalla senatrice Floridia, che ha esortato i docenti a insegnare agli alunni la cura.

«Con l'orto ad esempio insegniamo loro ad aspettare. Non è un tempo morto. La corsa è inutile, non porta frutto. Dobbiamo insegnare ai ragazzi che le cose devono essere durature, questa è sostenibilità». La pandemia ci ha insegnato che possiamo fare scuola a distanza, ha continuato Floridia, ma ci ha anche insegnato che non la vogliamo fare perché la docenza è relazione. «La pandemia ci deve lasciare in eredità un nuovo modello, o forse un vecchio modello: tornare a essere una guida. Entrare in classe con il sorriso, la gioia, il carico prezioso del valore che ha la nostra presenza in aula».

Un nuovo approccio all'insegnamento

Trasmettere gioia e non ansia: questo l'imperativo categorico per i docenti secondo Daniela Lucangeli.
«Quando proviamo gioia il nostro sistema nervoso dice al self: cerca ancora, ti fa bene. Cerca ancora, impara meglio, vai avanti... L'ansia invece, come la paura, è un alert che ci dice: scappa, vai via di qui, ti duole, ti mette in pericolo. Se mentre studio provo ansia la mia memoria mette in traccia ciò che studio ma anche la mia emozione. E quando io torno a riprendere dal cassettino della memoria ciò che ho studiato, ne tiro fuori non soltanto le informazioni che ci ho messo ma anche le emozioni con cui l'ho tracciato. Se apprendo con paura, recupererò la paura. Se apprendo con disistima, recupererò la disistima. Questo ripetuto per anni nei quali il sistema educante può determinare inquinamento nei circuiti mentali, un vero e proprio corto circuito perché un'informazione ti dice ricorda e l'altra ti dice scappa. Non è efficace né efficiente un insegnamento basato sull'ansia».

Esiste una via d'uscita da questo cortocircuito? Certamente, secondo Daniela Lucangeli. «Il diritto all'errore è il più grande antagonista del senso di colpa. Ci dobbiamo mettere nell'ottica di far crescere i bambini nel diritto all'errore inteso come un processo di modifica e miglioramento continuo. Se noi insistiamo ad adottare un modello educativo in cui correggiamo attraverso la colpa e la paura, le due emozioni più faticose, generiamo alert continui, una tensione continua, un messaggio che dice: scappa, fuggi, non va bene per te. Con questo non voglio una scuola semplice o semplificata, ma una scuola che accompagni l'apprendimento con curiosità, interesse, sfida e diritto all'errore e in cui l'atteggiamento umano sia un atteggiamento in cui l'insegnante ti aiuta, è l'alleato del bambino contro l'errore e non l'alleato dell'errore contro il bambino. Altrimenti è un giudice, non un insegnante. Ma chi ve lo fa fare di metterli in ansia perpetua, di danneggiarli? Sorridere, stare bene, avere la capacità di fare una carezza educativa è fondamentale».

L'Organizzazione mondiale della sanità ha comunicato recentemente una forte preoccupazione per il futuro in merito ai disturbi dell'umore, alla precocizzazione della depressione. Dobbiamo fermare questa tendenza e come? «Sostituendo a queste onde di fuga onde di emozioni che ci consentano di sentire l'altro come chi sta con noi e non come chi sta contro di noi» esorta Lucangeli.

Il malessere tra i bambini e i ragazzi è certamente molto diffuso: ce lo dicono le statistiche ma ahinoi basta uno sguardo alla classe per rendervene conto. Quando non ci sono disturbi conclamati e a volte gravi, resta il cosiddetto languishing, uno stato d'animo caratterizzato dall'assenza di gioia. Una forma di difesa dal sovraccarico di ansia e giudizi. Insomma, c'è del vero nell'affermazione che il futuro del pianeta e il futuro delle nuove generazioni, le loro chance di felicità, dipendono in buona parte dai docenti. Un compito bello tosto, ma avete l'estate davanti per meditarci su... naturalmente senza farvi schiacciare dall'ansia!