Focus

Debate: il dibattito che insegna

Stampa
Debate: il dibattito che insegna
Getty Images

Il Debate è un confronto tra posizioni pro e contro una tematica di carattere generale, strutturato da regole ben precise. Scopriamolo insieme

È giusto esporre simboli religiosi nelle scuole? E sfruttare gli animali? Le quote rosa sono davvero utili per superare il gender gap? L'acqua è un bene che deve restare pubblico o è meglio privatizzarla? I Paesi in via di sviluppo vanno sanzionati se inquinano? Sono alcuni dei temi sui quali gli studenti del liceo classico Giosuè Carducci di Milano si sono sfidati nell'annuale competizione di Debate.

Si tratta di un confronto tra posizioni pro e contro una tematica di carattere generale, strutturato da regole ben precise. Disciplina curriculare nel mondo anglosassone, questa metodologia didattica comincia a farsi strada anche in Italia e quella al Carducci è una delle sperimentazioni più ampie. “È stata introdotta nella nostra scuola otto anni fa dal professor Giorgio Giovannetti ed è sempre stata sostenuta dal dirigente scolastico Andrea Di Mario racconta Giuseppe Perinei, docente di Storia e Filosofia, e membro del team che si occupa di organizzare il torneo.

La competizione è aperta alle classi seconde, terze e quarte. Ogni consiglio di classe sceglie se partecipare o meno, non è obbligatorio, ma il numero degli iscritti è in costante aumento grazie all'entusiasmo dei ragazzi che riescono a convincere i loro docenti a superare alcune legittime perplessità iniziali”. Già, perché sul Debate ci sono effettivamente alcuni giudizi, o forse pregiudizi, negativi. Eppure, l'esperienza del Carducci dimostra che sono in gran parte infondati.

Tutti devono partecipare

Una delle obiezioni più frequenti è che il Debate coinvolga soltanto alcuni studenti, magari quelli più spigliati, lasciando fuori tutti gli altri. La soluzione ideata al liceo Carducci però elimina il problema: ogni classe deve partecipare ad almeno tre gare del girone iniziale per potersi qualificare. E devono cambiare da una gara all'altra, in modo che tutti gli studenti abbiano modo di partecipare. Una volta qualificata per le semifinali, la classe sceglie i membri della squadra che si batteranno. Gli altri studenti però non sono esclusi: oltre a fare il tifo, naturalmente, saranno di supporto offrendo aiuto nelle ricerche preparatorie ai dibattiti.

Mettersi nei panni altrui

La seconda obiezione è di natura concettuale: nel Debate spesso gli studenti si trovano a dover difendere posizioni che non condividono. Nella competizione, vengono premiate non le tesi “giuste”, ma quelle meglio argomentate ed esposte. Questo da alcuni viene criticato come un approccio sofistico, che spinge i ragazzi verso un atteggiamento di indifferenza morale.

“A nostro avviso -spiega Perinei- il pregio di questa metodologia è proprio quello di aumentare la capacità di mettersi nei panni di chi sostiene una tesi diversa dalla propria. Questo è molto importante nel Debate ed è indubbiamente educativo dal punto di vista della convivenza democratica. Il proprio punto di vista può mantenersi coerente anche dopo aver sostenuto la tesi opposta nel Debate.

Non chiediamo agli studenti di cambiare opinione, ma di cercare per mezz'ora di mettersi nei panni di un altro. Confrontarsi criticamente con una tesi diversa dalla propria è un motivo di crescita anche se poi si resta della propria opinione. Quando lo studente deve andare alla ricerca di fonti per corroborare un parere sul quale non è d'accordo, si apre al confronto con voci che magari non avrebbe mai ascoltato e consultato. E se alla fine resterà della sua idea, sarà certamente un'opinione meglio supportata da fatti e ragioni, piuttosto che una tesi preconcetta”.

L'importanza del tema

Scegliere accuratamente il tema è di fondamentale importanza per poter avviare dibattiti fecondi e che suscitino sincero interesse negli alunni. “La scelta viene fatta dal docente -spiega Perinei-. Il mio consiglio è almeno per il primo anno appoggiarsi a un network: in rete ce ne sono tanti, dove trovare spunti preziosi.

I temi che interessano maggiormente sono quelli legati all'ambiente. Oppure temi di attualità, meglio ancora se hanno una ricaduta sulla vita dei ragazzi. I temi troppo generici, sei favorevole o contrario alla guerra, rimangono sterili. Invece calati nel contesto di oggi, ad esempio il conflitto tra Russia e Ucraina, allora stimolano gli studenti ad approfondire”.

La scelta delle squadre

Anche la formazione delle squadre è importante. In genere, una classe viene suddivisa in tre squadre di 6/8 membri ciascuna, a seconda del numero di alunni. “Sarebbe meglio che non si lasciasse agli studenti la libertà di scegliere i propri compagni. La creazione dei gruppi dovrebbe seguire un criterio educativo, mettendo insieme persone eterogenee.

Quando questo avviene e ha successo, contribuisce molto al miglioramento del clima in classe, alla solidarietà tra compagni. Imparare a collaborare tra l'altro è una delle competenze di cittadinanza che siamo tenuti a sollecitare”.

Una giuria imparziale

La giuria è un pilastro del Debate. Se non è equilibrata, crolla tutto. È formata dal docente e da due studenti. Tutti hanno a disposizione precise griglie di valutazione, che si possono trovare online nei vari network di Debate. “Viene valutato il contenuto dell'argomentazione innanzitutto, la sequenzialità logica e anche lo stile retorico perché questa è una capacità che viene sollecitata da questo tipo di progetto ed è giusto che venga valutata”.

È importante che la giuria sia imparziale: anche il giurato non deve approcciarsi a un dibattito con la propria idea. Altrimenti tutto quello che dice la squadra che difende la tesi opposta alla sua verrà recepito con avversione. Il giudizio poi deve essere sempre sulla prestazione, mai sulla persona.

Regole ferree

Infine, le regole: nel Debate sono precise e rigorose. Servono a evitare che il dibattito scada nella rissa verbale. “Quello che è assolutamente proibito è scendere al livello del chiacchiericcio, del parlarsi addosso. Non è possibile replicare il modello dei talk show televisivi, brutti spettacoli ai quali ci stiamo purtroppo abituando. Nel Debate ci sono tempi rigidamente scanditi, i giudici controllano cronometro alla mano. Tutto è rigoroso e intransigente. È fondamentale per la riuscita del dibattito”.

I vantaggi della competizione

La competizione appassiona moltissimo gli studenti, anche se non è necessario organizzare un torneo per poter introdurre il Debate a scuola. “L'aspetto competitivo è quello meno interessante per noi docenti, però devo ammettere che per gli studenti è molto motivante -racconta Giuseppe Perinei-. Prima della pandemia la classe risultata vincitrice del torneo interno aveva la possibilità di partecipare ai gradi successivi del torneo regionale.

Al Carducci è capitato una volta di disputare la finale regionale. Noi docenti cerchiamo di sfruttare questa passione che viene dal gareggiare ma non è certo quello l'obiettivo formativo sul quale mettere l'accento. I docenti dovrebbero saper intervenire nel momento in cui si dovessero rendere conto che l'aspetto agonistico sta prevalendo sull'aspetto formativo”.

Debate per tutte le discipline

Questa metodologia inoltre può essere tranquillamente adoperata all'interno della classe da un singolo docente nell'ambito della propria disciplina. “Abbiamo docenti che organizzano dibattiti riguardanti magari la letteratura greca, la letteratura inglese o italiana, la storia, la filosofia.

Un mio collega ha organizzato un dibattito in fisica sulla natura della luce, corpuscolare o ondulatoria. È evidente che ci sono discipline che si prestano più di altre ma nel momento in cui si fa riferimento a una teoria fisica quella teoria ha certamente una storia e dunque nel passato ci sono stati dibattiti pro e contro”.

E naturalmente il Debate calza a pennello con l'educazione civica perché si presta perfettamente ad approfondire i temi relativi alla sostenibilità ambientale o all'educazione digitale e può contribuire senza dubbio alla formazione di un cittadino con spirito critico e rispettoso delle regole democratiche.

“È utilissimo perché uno studente in uscita dal liceo dovrebbe saper affrontare problemi, saper argomentare, sapersi confrontare con gli altri, saper curare la propria esposizione orale, in modo che sia efficace e affronti il nocciolo della questione -conclude Perinei-. Sono tutte competenze che secondo noi il Debate favorisce, mentre gli studenti si divertono”.