Una scuola inclusiva non è solo una scuola in cui le diversità sono accolte e sostenute, ma anche un luogo in cui le diversità dialogano e comunicano tra loro. Solo così la diversità diventa vera opportunità per tutti. È questa l’idea dalla base dei tre volumi 30 giorni per capire (Uovonero), con il primo dedicato all’autismo. Secondo le autrici, Mélanie Babe, Marine Baroukh e Charline Dunan, infatti, "una buona comunicazione può aiutarci a vivere meglio tutti insieme, nel rispetto delle reciproche differenze".
Come si fa a comunicare a una classe che cos’è l’autismo? Le autrici propongono un metodo immersivo: far in modo che i ragazzi si calino nei panni di una persona con autismo. Come? Partecipando a una serie di sfide “challenge” che possono essere svolte a scuola o a casa, pensate per bambini dai 10 anni in su.
Prima di “sporcarsi le mani” e dare il via alle challenge è importante introdurre l’argomento con una breve spiegazione: l’autismo non è una malattia, ma una neurodiversità, cioè una variazione naturale dell’essere umano che dipende da fattori genetici proprio come il colore dei capelli o l’altezza di una persona. Per fare un esempio, si può dire che ogni cervello, funziona a modo suo, come come ogni smartphone con le sue app. Una persona con una neurodiversità è come uno smartphone con delle app poco comuni e che agli altri possono apparire strane o incomprensibili. Questo per spiegare che gli autistici vedono, sentono e percepiscono il mondo in modo diverso dai neurotipici. E spesso possono avere comportamenti difficili da capire.
Ed ecco la sfida per capire l'autismo: si chiede agli alunni di mettersi in gioco in prima persona e scoprire così che cosa significa essere autistici. Di seguito proponiamo due delle 30 attività contenute nel libro.
Scheda 1. Spesso quando siamo stressati compiamo in automatico alcuni gesti ripetitivi come mangiare le unghie, arrotolare i capelli… Nei ragazzini autistici questi gesti sono più evidenti e a volte le persone non li capiscono o addirittura li fraintendono. Proponiamo alla classe l’anti-stress challenge. Un’attività che farà da spunto per parlare di ansia e di come ognuno di noi l’affronta.
Scheda 2. A scatenare ansia e timori nei ragazzi autistici sono soprattutto i cambiamenti, anche quelli piccolissimi. Routine e rituali, invece, rassicurano e fanno star bene. Ma non è così un po’ per tutti noi? Lo vediamo nella challenge daily routine.
Come organizzare le challenge Le attività possono essere proposte alla classe in svariati modi. Per gli insegnanti che decidono di adottare il libro viene messo a disposizione un "Prof Kit" con diversi suggerimenti. Vediamone uno:
Visiona e scarica qui alcune schede tratte da 30 giorni per capire (Uovonero), gentilmente concesse dalla casa editrice Uovonero a Focus Scuola