Le frazioni sono spesso un argomento difficile: se la matematica fa paura, i suoi argomenti ancora di più! Eppure è necessario studiarle, così come i numeri naturali, le percentuali, le operazioni e molto altro. Vediamo insieme come può essere facilitato il lavoro degli insegnanti e, di conseguenza, quello degli studenti.
Per parlare di divisioni, facciamo qualche passo indietro fino all’addizione. Calcolare un’addizione significa aggiungere una quantità a un’altra (gli addendi), sino a ottenere un risultato, la somma. Una volta che i nostri bambini hanno imparato a far questo siamo stati in grado di aiutarli a progredire in due direzioni: quella della moltiplicazione e quella della sottrazione.
La moltiplicazione è semplicemente un’espressione formata da alcune addizioni tra addendi tutti uguali: 7×4=7+7+7+7. Addizioni e moltiplicazioni prendono numeri naturali (0, 1, 2, 3, 4…) e restituiscono numeri naturali. Facciamo attenzione a questo aspetto, perché quando parleremo di divisioni diventerà un pregiudizio che probabilmente è alla base di tante incomprensioni.
La sottrazione, invece, è la ricerca della risposta a una domanda abbastanza spontanea: qual è il numero che sommato a 5 dà 12? A un primo sguardo la sottrazione continua a produrre come risultati (le differenze) ancora numeri naturali. Ma sottrazione dopo sottrazione, ci imbattiamo in domande quali: qual è il numero che sommato a 13 dà 9? Esiste? E la risposta è…:
«Dipende». Dipende da dove vogliamo che esista. Tra i numeri naturali 9 – 13 non esiste e, come si dice, la sottrazione è impossibile. Altrove però troviamo la risposta alla nostra domanda: se inventiamo altri numeri possiamo rispondere alla domanda che ci pone ogni sottrazione.
I numeri interi (… −4, −3, −2, −1, 0, +1, +2, +3, +4…) sono esattamente tutte le differenze di tutte le sottrazioni possibili. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo completato i numeri naturali, che otteniamo “aggiungendo” numeri a numeri, con i numeri che otteniamo “togliendo” numeri a numeri. Come passiamo da un numero al successivo calcolando +1, così passiamo da un numero al precedente calcolando –1. In questo senso, addizione e sottrazione sono operazioni “simmetriche”: corrispondono cioè alla stessa azione (fare un passo) sulla retta numerica. Solo che in un caso il passo è nella direzione dei numeri che crescono, nell’altro è in quella opposta. Le tre operazioni (addizione, moltiplicazione e sottrazione) prendono numeri naturali e producono numeri interi. Poi impariamo a calcolare anche le stesse tre operazioni prendendo numeri interi come addendi, fattori, minuendi e sottraendi ma questo è un altro discorso che ci porterebbe lontano dai nostri scopi.
Inizialmente la divisione è la ricerca di una risposta alla domanda: qual è il numero che moltiplicato per 4 dà 12? Di nuovo, è una domanda che parte da due numeri naturali e ne cerca un terzo (il quoziente). Presto scopriamo che la risposta esatta c’è in alcuni casi, mentre in altri dobbiamo accontentarci di un compromesso.
Sappiamo calcolare 12 : 4 e otteniamo come quoziente il numero naturale 3. Ma se vogliamo calcolare 13 : 5 dobbiamo fare una scelta tra due possibili risposte.
O ci accontentiamo di un quoziente “parziale” e accettiamo che alcuni numeri restino fuori dalla nostra divisione, e allora diciamo che 13 : 5 fa 2 con il resto di 3. Tutto quello che sappiamo fare è costituire 2 gruppi da 5 unità, accettando che ne restino fuori dal gruppo 3.
O vogliamo veramente fare parti uguali e allora dobbiamo inventarci nuovi numeri, quelli che sono esattamente i quozienti delle divisioni tra due numeri naturali: non dimentichiamo che il divisore deve essere diverso da zero, ma questo è un importante e irrinunciabile dettaglio tecnico che non ha a che fare con “l’idea della divisione” in sé. “L’idea della divisione” poi si fa strada dentro di noi e vogliamo risolvere problemi più generali: posso dividere in due parti uguali un cerchio (ad esempio, una torta)?
È evidente che le due metà di un cerchio non sono cerchi. Quello che succede quando dividiamo qualcosa in parti uguali è che otteniamo “cose” diverse. È un passaggio importante: stiamo astraendo dalla natura concreta del cerchio (della torta) per inventare un nuovo concetto, 1 : 2, un nuovo numero: la frazione.
Le frazioni sono la risposta a domande del tipo: quanto fa 1 diviso 2? E la potenza della teoria delle frazioni sta tutta nel capire che cosa sia una frazione senza aver bisogno di calcolarla. Ancora di più, man mano che impariamo le frazioni, impariamo a fare i calcoli con esse senza calcolarne il valore. In moltissimi casi è più agevole lavorare con la frazione (pensate, ad esempio, a 1/7) che calcolarne il valore numerico, ovvero il quoziente (1 : 7 vale qualcosa come 0,14285714285, non proprio facile da maneggiare!).
Il percorso più agevole con le frazioni parte dal considerare le frazioni unitarie: 1/2, 1/3, 1/4, 1/5 e così via. Sono le frazioni che rispondono alla domanda: quale numero ottengo se divido 1 in 2 (o rispettivamente 3, 4, 5) parti uguali? Una buona seconda tappa è osservare che dividere un intero in 3 parti uguali e poi dividere una di queste parti a sua volta in 5 parti uguali, è la stessa cosa che dividere l’intero in 3×5=15 parti uguali. Ci aiuterà a capire, quando parleremo di moltiplicazione, che 1/3 x 1/5 = 1/3x5.
Un’altra osservazione può essere fatta considerando più frazioni unitarie tutte uguali. Ad esempio, se prendo 3 sesti di un intero, faccio la stessa azione che prenderne la metà.
Ci aiuterà a capire, di nuovo a proposito di moltiplicazioni, che 3× 1/6 = ½ .
Prima di parlare di moltiplicazione, facciamo osservare ai bambini alcune di queste relazioni tra frazioni. Implicitamente stiamo guidandoli a capire che 1/a x 1/b = 1/axb e che m × 1/n = m/n , due relazioni importanti per capire come moltiplicare le frazioni.
Il nodo successivo da affrontare è quello delle frazioni equivalenti: dividere un intero in due è lo stesso che dividerne due in quattro, tre in sei, quattro in otto e così via. Qui possiamo far provare la prima vertigine matematica ai nostri bambini: ogni frazione può essere scritta in infiniti modi diversi. Prendiamo una frazione e moltiplichiamo numeratore e denominatore per un numero naturale (diverso da zero) e otteniamo sempre una frazione equivalente. Spendiamo tempo su questa situazione: è una delle poche volte nella vita che impariamo a scrivere uno stesso concetto in infiniti modi equivalenti!
Da qui all’addizione (e alla sottrazione) di frazioni il passo è breve. Lo slogan è presto detto: si sommano mele con le mele e pere con le pere. Al di là della battuta, se vogliamo sommare due frazioni, dobbiamo sommare frazioni unitarie dello stesso tipo.
Per sommare “terzi” e “quarti”, prima dobbiamo scriverli come frazioni unitarie dello stesso tipo: in questo caso i “dodicesimi” vanno benissimo (1/3 = 4/12 e 1/4 = 3/12).
L’addizione di frazioni è spesso difficile da calcolare (non neghiamo questa difficoltà). Quello che facevamo tra numeri naturali o numeri interi non funziona più. E non funziona perché mentre gli interi sono tutti “interi uguali”, le frazioni sono apparentemente multipli di frazioni unitarie diverse e vanno trasformate in “frazioni unitarie uguali” per poter procedere come sappiamo fare.
Insegnare, e quindi imparare le frazioni non è così complicato, se si fa col metodo giusto!