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Come gestire un alunno DSA: strategie, strumenti e consigli pratici

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Come gestire un alunno DSA: strategie, strumenti e consigli pratici
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Il ruolo dell'insegnante è determinante per permettere ai ragazzi DSA di restare al passo con il resto della classe e sviluppare i propri talenti. Ecco dunque alcune informazioni utili per gestire al meglio un alunno che necessita di strumenti d'apprendimento alternativi

I Dsa - Disturbi Specifici dell’Apprendimento - riguardano il 4% della popolazione mondiale, dunque non è insolito che in una classe di 25-30 bambini ce ne sia uno. Ma cosa può fare un insegnante per gestire al meglio un alunno che necessita di strumenti d'apprendimento alternativi? Ecco alcuni consigli per impostare una strategia di supporto in grado di permettere allo studente DSA di apprendere e coltivare al meglio le proprie potenzialità.

Dalla diagnosi al Piano didadittico personalizzato

Per venire incontro alle esigenze di un bambino che potrebbe avere una difficoltà di apprendimento (e salvaguardarne l'autostima), maestri e professori dovrebbero innanzitutto aiutare l'alunno ad intravedere una nuova opportunità per conoscere e valorizzare i propri punti di forza e stile d’apprendimento.

Di seguito una scaletta sintetica dei passi principali da seguire.

  • Ricordiamo che il ruolo dell’insegnante, fondamentale, è quello di osservare il comportamento del bambino e tener conto delle difficoltà eventualmente emerse, per esempio nell’apprendimento della lettura e della scrittura.
  • Progettare interventi mirati di recupero delle difficoltà, dopo aver informato il dirigente scolastico e i genitori. È importante lavorare anche sull’autostima del bambino. Difficoltà che persistono nonostante l’inter- vento mirato possono far sospettare un Dsa.
  • Informare i genitori e invitarli a presentare domanda per ricevere un’eventuale diagnosi da parte del Servizio sanitario nazionale o di una struttura accreditata.
  • La diagnosi, ricevuta dalla scuola, viene acquisita al protocollo riservato e condivisa con i docenti. Ricordare che le specifiche difficoltà di apprendimento costituiscono dati sensibili, quindi possono essere comunicate solo con l’autorizzazione dei genitori.
  • Si struttura un Piano Didattico Personalizzato in cui le attività didattiche terranno conto dei punti di forza e delle difficoltà del bambino, che verranno descritti con precisione, individuando strumenti e misure compensative e dispensative.

Come rapportarsi ai genitori

Un rapporto sereno e proficuo tra insegnanti e genitori è la prima condizione per essere davvero di supporto al bambino che si sospetta possa avere un DSA. Ma come questa importante relazione?

  • Ascoltare è sempre la prima e più importante delle regole. Mentre ci si rapporta ai genitori per parlare delle difficoltà che si sono notate nell’alunno, bisogna essere pronti ad accogliere il loro punto di vista. Diamo loro modo di “raccontarci” il bambino in contesti diversi da quello scolastico, senza pretendere di avere la verità in tasca.
  • Ricordiamo ai genitori che non è compito della scuola fare diagnosi, ma osservare fenomeni. Facciamo chiaro riferimento a quello che abbiamo avuto modo di osservare, lasciando però aperta la porta a diverse interpretazioni che le famiglie possono offrire.
  • Proponiamo una visione positiva dell’eventuale diagnosi fatta dallo specialista: la diagnosi non è un’etichetta, né va vista come tale, anzi è il più importante passo verso la ricerca di una strada giusta per risolvere le difficoltà. Presentiamo ai genitori le molte esperienze di persone con DSA per le quali la diagnosi è stata un modo per smettere di colpevolizzarsi e iniziare a superare le proprie difficoltà.
  • Se i genitori del bambino con DSA sono d’accordo, si possono organizzare incontri per cercare una strada condivisa anche con gli altri genitori, perché siano consapevoli che una scuola inclusiva è un vantaggio per tutti, anche per chi non ha difficoltà specifiche. È un modo per evitare che i genitori del bambino con DSA si sentano soli o per sgomberare il campo dall’idea che le tutele previste per l’inclusione siano “privilegi”

Strategie e trucchi per restare al passo

La scuola deve aiutare il bambino o il ragazzo a conoscere gli strumenti (tecnologici e non) che possono essergli d’aiuto nello studio. Per capire quali sono i più utili per lui, è però importante capire prima quali sono i suoi stili di apprendimento, magari con il supporto di test ad hoc.

  • Tra gli strumenti più utilizzati vi sono: le mappe, l’uso di colori, il pc con il correttore ortografico, il registratore vocale per riascoltare lezioni e spiegazioni, oppure per ripetere appunti personali o ancora le mascherine di carta ritagliate per aiutare a orientarsi in un testo.
  • Per gli scritti si può utilizzare la funzione di sintesi vocale, oggi inserita di default nei programmi di videoscrittura.
  • Prediligere libri di testo con schemi e ad alta leggibilità. Peraltro, alcune ricerche non sembrano confermare l’efficacia di diversi font creati ad hoc per i dislessici rispetto a font comuni, come Arial o Times New Roman.
  • Per chi ha una memoria visiva, esistono app gratuite per costruire mappe concettuali, come Cmap Tools (ma anche il semplice strumento SmartArt di Word).

Strumenti digitali per l'insegnante e l'alunno DSA

L’utilizzo delle tecnologie, di nuove metodologie, di software non è altro che la normalità per chi ogni giorno all’interno della scuola si prodiga per far sì che tutti ottengano un successo formativo. Chi si è specializzato nell’insegnamento ai ragazzi con Bes è abituato a usare le le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (le cosiddette ITC). Sono strumenti che possono favorire l’integrazione e l’autonomia dei bambini disabili o in difficoltà. Ma possono tornare utili a tutti gli alunni!

Per questo è bene che tutti i docenti abbiamo familiarità con questi software. Io ne consiglio tre, simili tra loro ma con funzionalità diverse. Sono un po’ macchinosi da installare ma ne vale la pena.

LeggiXme

È un programma gratuito per Windows che permette, attraverso la sintesi vocale, di facilitare la lettura e la scrittura. L’AID (Associazione italiana dislessia) lo annovera tra gli strumenti compensativi validi per supportare lo studio in presenza di Dsa. Al suo interno anche un editor di testo con immagini, un lettore pdf per libri digitali, una calcolatrice “parlante”, un vocabolario in varie lingue. Utile la funzione per creare mappe concettuali, schemi e riassunti. Del software sono disponibili anche la versione dedicata ai più piccoli (LeggiXme_Jr) e la versione portable (LeggiXme_USB).

AraWord

È un programma distribuito gratuitamente, sviluppato dal dipartimento di informatica e sistemistica dell’Università di Saragozza Arasaac. Inserito all’interno delle suite di strumenti di CAA – Comunicazione aumentativa e alternativa – è un word processor che consente la scrittura simultanea di testo e pittogrammi, cioè figure, nonché l’uso di un sintetizzatore vocale per la lettura. I pittogrammi possono anche essere personalizzati associando, per esempio, alla parola mamma la foto della mamma dell’alunno. Tutto ciò facilita lo sviluppo di materiali e l’adattamento di testi per persone che hanno difficoltà nella comunicazione funzionale a causa di vari fattori. Inoltre, il suo uso si è rivelato utile in ambiti inizialmente non previsti, come quello dell’avviamento alla letto-scrittura negli ultimi livelli della scuola dell’infanzia.

FacilitOffice

È un software compensativo gratuito. Si propone di rendere maggiormente accessibili agli studenti con disabilità cognitive, sensoriali, neuromotorie e difficoltà di apprendimento, i programmi per videoscrittura e presentazione più diffusi. Utile dunque per migliorare l’autonomia nel lavoro scolastico e rendere anche più efficace il lavoro dell’insegnante. Per il funzionamento sono richiesti l’installazione di OpenOffice o LibreOffice e della sintesi vocale.

TeamViewer

Una fondamentale risorsa di cui avvalersi con allievi non sufficientemente supportati nell’utilizzo del pc da casa. Nella DAD o nella DDI, questo programma permette ai docenti di intervenire quando l’alunno non riesce, per esempio, ad accedere a Classroom. Mediante TeamViewer è possibile comandare un computer a distanza, basta che entrambi i computer abbiano installato questo software. La connessione è sicura perché la password cambia ogni volta. A collegamento avviato l’insegnante vedrà apparire a schermo il desktop dell’alunno con la possibilità di controllarlo, muovendone il mouse al suo interno e digitando dalla tastiera

Ultimo pargrafo a cura di Ilaria Pagliuca, coautrice del blogger e e docente alla scuola primaria dell’I.C. “Gozzi Olivetti” di Torino.