I Dsa - Disturbi Specifici dell’Apprendimento - riguardano il 4% della popolazione mondiale, dunque non è insolito che in una classe di 25-30 bambini ce ne sia uno. Ma cosa può fare un insegnante per gestire al meglio un alunno che necessita di strumenti d'apprendimento alternativi? Ecco alcuni consigli per impostare una strategia di supporto in grado di permettere allo studente DSA di apprendere e coltivare al meglio le proprie potenzialità.
Per venire incontro alle esigenze di un bambino che potrebbe avere una difficoltà di apprendimento (e salvaguardarne l'autostima), maestri e professori dovrebbero innanzitutto aiutare l'alunno ad intravedere una nuova opportunità per conoscere e valorizzare i propri punti di forza e stile d’apprendimento.
Di seguito una scaletta sintetica dei passi principali da seguire.
Un rapporto sereno e proficuo tra insegnanti e genitori è la prima condizione per essere davvero di supporto al bambino che si sospetta possa avere un DSA. Ma come questa importante relazione?
La scuola deve aiutare il bambino o il ragazzo a conoscere gli strumenti (tecnologici e non) che possono essergli d’aiuto nello studio. Per capire quali sono i più utili per lui, è però importante capire prima quali sono i suoi stili di apprendimento, magari con il supporto di test ad hoc.
L’utilizzo delle tecnologie, di nuove metodologie, di software non è altro che la normalità per chi ogni giorno all’interno della scuola si prodiga per far sì che tutti ottengano un successo formativo. Chi si è specializzato nell’insegnamento ai ragazzi con Bes è abituato a usare le le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (le cosiddette ITC). Sono strumenti che possono favorire l’integrazione e l’autonomia dei bambini disabili o in difficoltà. Ma possono tornare utili a tutti gli alunni!
Per questo è bene che tutti i docenti abbiamo familiarità con questi software. Io ne consiglio tre, simili tra loro ma con funzionalità diverse. Sono un po’ macchinosi da installare ma ne vale la pena.
È un programma gratuito per Windows che permette, attraverso la sintesi vocale, di facilitare la lettura e la scrittura. L’AID (Associazione italiana dislessia) lo annovera tra gli strumenti compensativi validi per supportare lo studio in presenza di Dsa. Al suo interno anche un editor di testo con immagini, un lettore pdf per libri digitali, una calcolatrice “parlante”, un vocabolario in varie lingue. Utile la funzione per creare mappe concettuali, schemi e riassunti. Del software sono disponibili anche la versione dedicata ai più piccoli (LeggiXme_Jr) e la versione portable (LeggiXme_USB).
È un programma distribuito gratuitamente, sviluppato dal dipartimento di informatica e sistemistica dell’Università di Saragozza Arasaac. Inserito all’interno delle suite di strumenti di CAA – Comunicazione aumentativa e alternativa – è un word processor che consente la scrittura simultanea di testo e pittogrammi, cioè figure, nonché l’uso di un sintetizzatore vocale per la lettura. I pittogrammi possono anche essere personalizzati associando, per esempio, alla parola mamma la foto della mamma dell’alunno. Tutto ciò facilita lo sviluppo di materiali e l’adattamento di testi per persone che hanno difficoltà nella comunicazione funzionale a causa di vari fattori. Inoltre, il suo uso si è rivelato utile in ambiti inizialmente non previsti, come quello dell’avviamento alla letto-scrittura negli ultimi livelli della scuola dell’infanzia.
È un software compensativo gratuito. Si propone di rendere maggiormente accessibili agli studenti con disabilità cognitive, sensoriali, neuromotorie e difficoltà di apprendimento, i programmi per videoscrittura e presentazione più diffusi. Utile dunque per migliorare l’autonomia nel lavoro scolastico e rendere anche più efficace il lavoro dell’insegnante. Per il funzionamento sono richiesti l’installazione di OpenOffice o LibreOffice e della sintesi vocale.
Una fondamentale risorsa di cui avvalersi con allievi non sufficientemente supportati nell’utilizzo del pc da casa. Nella DAD o nella DDI, questo programma permette ai docenti di intervenire quando l’alunno non riesce, per esempio, ad accedere a Classroom. Mediante TeamViewer è possibile comandare un computer a distanza, basta che entrambi i computer abbiano installato questo software. La connessione è sicura perché la password cambia ogni volta. A collegamento avviato l’insegnante vedrà apparire a schermo il desktop dell’alunno con la possibilità di controllarlo, muovendone il mouse al suo interno e digitando dalla tastiera
Ultimo pargrafo a cura di Ilaria Pagliuca, coautrice del blogger e e docente alla scuola primaria dell’I.C. “Gozzi Olivetti” di Torino.