Gli antichi greci discutevano delle cose più importanti durante i banchetti: tra una coppa di vino e un grappolo d'uva, si affrontavano temi filosofici e politici tra i più spinosi. E allora, perché non seguire il loro esempio, e sfruttare il momento del pasto per apprendere senza rinunciare alla convivialità e al piacere?
Giampiero Monaca lo ha fatto, invitando a pranzo i “suoi” alunni di quinta. Monaca non insegna più a scuola dopo la destituzione nel dicembre del 2022 da parte del ministero per aver rifiutato il trasferimento, ma incontra i suoi ex studenti un pomeriggio alla settimana per proseguire gratuitamente con loro quel percorso metodologico innovativo che ha chiamato Bimbisvegli. Un approccio didattico che è stato premiato al Festival dell'Innovazione scolastica, è stato oggetto di cinque tesi di laurea, è stato studiato dall'Università di Macerata ed è stato riconosciuto non in contrasto con l’ordinamento vigente dagli stessi ispettori ministeriali. Il simposio si è svolto a casa di Monaca, ma potrebbe essere organizzato anche a scuola, sfruttando ad esempio la mensa per i bimbi che fanno il tempo pieno.
Giampiero Monaca racconta cosa ha portato in tavola per i suoi ex alunni.
“I miei ex alunni in classe stanno affrontando la storia dei Greci e allora ho avuto l'idea di organizzare un banchetto a tema: ho offerto olive, formaggi di capra e pecora, tzatziki, melitzanosalata, polpettine di melanzane, focaccine... il vino no, naturalmente! Il patto educativo io l'ho stipulato a suo tempo con i bambini e le loro famiglie, dalla prima alla quinta, e fino alla fine del ciclo io sono con e per loro. Adesso i miei ex studenti sono in quinta e io il venerdì pomeriggio sono ancora il loro maestro, cercando di integrare la didattica tradizionalista del banco e cartella con l'educazione interdisciplinare, diffusa, emozionale, critica e solidale dell'approccio Bimbisvegli. Ecco che lo studio della cultura dell'antica Grecia è iniziato dal metodo predittivo, partendo cioè dall' analisi della conformazione del territorio, per trarre tutte le informazioni sulle possibili risorse naturali che esso poteva offrire e dunque sulle attività umane possibili e sostenibili”.
Come funziona in pratica il metodo predittivo? Ce lo spiega sempre Monaca. “Abbiamo analizzato sapori, ingredienti, cotture, dal punto di vista culturale e sociale: perché tanti formaggi di pecora e capra? I bambini, osservando la carta geografica, hanno compreso che un territorio come la Grecia, aspro e con poche pianure, non aveva la possibilità di allevare i bovini e quindi avremo latticini ovini e caprini. Sulla tavola c'erano anche i fichi, e i bimbi hanno indovinato che questi frutti, così come le olive e l'uva, erano certamente prodotti greci. Ma avevo messo anche i datteri... e allora abbiamo ragionato insieme. I datteri crescono in Grecia? No. Come facevano ad averli? Un'altra occhiata alla cartina ed ecco l'illuminazione: la Grecia è praticamente tutt'uno con il mare, i Greci non potevano che essere abili navigatori e dunque commerciavano con tutte le terre che si affacciano sul Mediterraneo. Loro avevano l'arte del vasellame, la porpora, la tessitura, le lane, i formaggi, il vino e potevano certamente andare fieri sui mercati dell'Asia Minore. Tutti questi ingredienti oltre che assaggiati li abbiamo localizzati sulla cartina tridimensionale realizzata proprio da loro tempo addietro”.
Tutto questo si può dunque “indovinare” partendo dall'osservazione di una carta geografica. “Certamente - aggiunge Monaca - e anche molto altro. Ad esempio comparando tra loro i territori di Paesi diversi si possono comprendere parecchie cose. Io ho una mia teoria che potremmo definire geo-politica o geo-sociologica: dato un territorio simile in un periodo storico simile si svilupperanno civiltà abbastanza simili. Se hai le stesse risorse, ad esempio l'argilla, farai mattoni di argilla. Questo stesso concetto stavolta lo abbiamo declinato a tavola: ho fatto osservare ai bambini che il gyros (lo spiedino di agnello greco) e il kebab (l'equivalente turco) sono molto simili. Ho fatto assaggiare loro una ditata di yogurt greco e una ditata di skyr che è nato in Islanda, dove guarda caso hanno più pecore che abitanti... e hanno sentito che il gusto è quasi identico, così come la lavorazione, visto che sono entrambi colati. Capite che tutto il bacino mediterraneo fa il pane allo stesso modo? Piadina, pane arabo, pizza... sono dei grandi Stati Uniti del Mediterraneo che sono ancora da scoprire e valorizzare. Durante il simposio abbiamo ascoltato musica greca e alla fine ho proposto loro anche brani arabi, turchi, napoletani, siciliani... sonorità davvero molto simili tra loro”.
“Sempre dall'osservazione del territorio abbiamo dedotto anche le caratteristiche politiche della città-stato greche - continua Monaca. Se hai delle zone vivibili intercalate da alte montagne puoi star sicuro che ogni comunità diventa una cellula a sé stante. Ecco dunque le poleis, in competizione tra loro ma comunque accomunate dalla stessa lingua, dalla stessa religione e da usi e costumi simili. Dopo tutti questi ragionamenti poi siamo andati a controllare sui testi di Storia per vedere se avevamo fatto deduzioni corrette: quanta soddisfazione nei bambini quando hanno verificato che ci avevano visto giusto... Non stiamo cercando di fare un'altra Storia, stiamo solo cercando di capirla meglio con il ragionamento e l'intuizione”.
Ma ai bambini è piaciuta la cucina greca? Secondo Monaca, “moltissimo! Alcuni erano inizialmente scettici sul tipo di menù e si erano portati qualcosa da casa... ma si sono riportati indietrotutto e hanno preferito sperimentare il cibo esotico di questa lezione sensoriale. E poi, è stata proprio una bella discussione: insomma Bimbisvegli resiste ancora, grazie alla fiducia, allo scambio, al dubbio costante e alla delicatezza e all'equilibrio tra le domande e le risposte di grandi e piccoli ed è un onore farne parte”. Dopo il banchetto, anche qui seguendo l'uso degli antichi Greci, i Bimbisvegli hanno indossato i costumi che avevano preparato e sono andati ad Asti nel teatro all'aperto che sorge all'interno del parco di Palazzo Alfieri: divisi a coppie, hanno drammatizzato alcune favole di Fedro.