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11 maggio, World Orienteering Day

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11 maggio, World Orienteering Day
Getty Images

A partire dal 2016, ogni anno l’11 maggio viene celebrata la Giornata mondiale dell’orientamento, o World Orienteering Day

La Giornata Mondiale dell'Orienteering è stata istituita dalla International Orienteering Federation (IOF) nel 2016 per incentivare la partecipazione all'Orienteering come sport globale. L’obiettivo è quello di battere il record mondiale di numero di persone che partecipano ad attività di orientamento.

Come si pratica l’Orienteering

L’Orienteering è una gara a cronometro nella quale i partecipanti usano una mappa dettagliata per raggiungere dei punti di controllo scegliendo e utilizzando il percorso migliore. Si tratta di uno sport praticabile in diversi ambienti, prevalentemente all’aperto, sia a livello amatoriale sia a livello agonistico. La disciplina più praticata è la corsa (C-O) ma esistono anche le varianti in mountain-bike (MTB-O), sci da fondo (SCI-O) e la versione paralimpica (TRAIL-O) dove non conta la velocità, bensì la precisione.

Un percorso classico consiste in una partenza, una serie di punti di controllo da raggiungere nell’ordine indicato e un arrivo. Sul terreno ogni punto di controllo è segnalato con una bandiera bianca e arancione, chiamata lanterna. Per registrare il proprio passaggio, l’atleta deve punzonare il cartellino testimone che gli viene consegnato alla partenza, oppure inserire un chip elettronico nell’apposita stazione. Vince il partecipante che trova tutti i punti di controllo nell’esatto ordine impiegando il minor tempo.

La mappa che si usa per l’Orienteering ha una simbologia specifica ed è estremamente dettagliata: a seconda della gara la scala può variare da 1:15.000 a 1:5000 (1 cm sulla mappa equivale a 150/50 m sul terreno). I colori e i simboli utilizzati sono uguali in tutto il mondo e si adattano a uno standard definito dalla Federazione Internazionale (IOF).

L’Orienteering in Italia

Questa disciplina, che si dice sia nata nel 1897 nei paesi Scandinavi, ha mosso i suoi primi passi in Italia nel 1967. Un primo importante traguardo a livello nazionale venne raggiunto nel 1986 con la fondazione della FISO (Federazione Italiana Sport Orientamento) e con il riconoscimento del CONI. In questi anni, l’Italia è stata protagonista di eventi di livello internazionale. Tra i più importanti si ricordano i Campionati Mondiali di Corsa Orientamento e Orientamento di Precisione nel 2014 in Trentino/Veneto e i Campionati Mondiali di Mountain Bike Orientamento nel 2011 in Veneto. Le gare vengono disputate all’aria aperta su impianti omologati che non richiedono la costruzione di nessuna opera muraria.

L’Orienteering a scuola

L’Orienteering è riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con diverse circolari ministeriali tra cui quella del 12 novembre 1998 ed è inserito nel programma di studi dei Licei ad Indirizzo Sportivo quale materia curricolare obbligatoria del biennio. Come ente di formazione accreditato MIM, la FISO organizza periodicamente corsi di formazione ed aggiornamento per il personale scolastico e collabora con il MIM nella
realizzazione delle Competizioni Sportive Scolastiche.

Questa disciplina si propone come una pratica formativa attraverso la quale l’alunno impara a confrontarsi con i propri limiti e le proprie potenzialità, abituandosi a valutare e sperimentare gli effetti delle proprie scelte. È una pratica sportiva assolutamente interdisciplinare poiché molteplici sono le conoscenze e le competenze che si sviluppano con l’utilizzo di una mappa e di una bussola. Svolgendosi in natura, l’Orienteering si trasforma in un momento di decontestualizzazione dell'esperienza scolastica incentivando nei ragazzi e nelle ragazze meccanismi di intuizione e di apprendimento per scoperta.

Capacità di osservazione

Questa pratica presenta pertanto una valenza altamente formativa perché consente di sviluppare la percezione dello spazio e una serie di capacità quali l’osservazione, la coordinazione motoria, la concentrazione e la cooperazione. L’Orienteering a scuola può essere adeguato ai partecipanti. È infatti possibile proporre inizialmente attività di mini-Orienteering in aula, in palestra, nella scuola, in cortile per poi passare a svolgere attività in un parco o nel quartiere.

La mia esperienza più recente di Orienteering è avvenuta con una classe quarta di una scuola ubicata ai piedi delle colline, dove ho la fortuna di insegnare. Ricordo l’entusiasmo dei miei alunni quando proposi loro per la prima volta di raggiungere a piedi il bosco vicino per disputare una gara di questa disciplina. Precedentemente
avevano lavorato con l’Istruttrice all’interno dell’edificio e del cortile della scuola, familiarizzando con le mappe. Quindi, il passaggio all’ambiente esterno, decisamente più “selvaggio” e sconosciuto, fu per loro al contempo una conquista e una ricompensa.

Orienteering e inclusione

Questa pratica è tra gli sport più inclusivi. Nel Trail-O, disciplina paralimpica riconosciuta dal CIP, ragazze e ragazzi, con disabilità e normodotati, si confrontano alla pari; ciò che conta infatti non è l’abilità fisica, bensì l’attenta osservazione del territorio la capacità decisionale. Attraverso l’interazione con i compagni di classe, l’alunno può orientarsi e spostarsi leggendo una cartina, che può essere inizialmente quella del cortile, della palestra della scuola per poi passare a quella del boschetto, della zona di residenza rendendosi
protagonista del suo ambiente di vita.

L’ideazione di percorsi di inclusione attraverso l’Orienteering in un ambiente mutevole come quello naturale può essere una sfida significativa per la scoperta delle potenzialità di ciascuno degli alunni, anche di coloro che presentano deficit visivi o altri tipi di disabilità.

Inclusive education

Gli studi compiuti negli ultimi anni hanno evidenziato che gli ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione non dipendono unicamente da deficit o carenze degli studenti, ma anche dall’interazione di tali caratteristiche con i sistemi familiari, scolastici, comunitari. In questa prospettiva, è fondamentale lo sviluppo del concetto di “inclusive education”, ovvero la rimozione delle barriere sociali, economiche e politiche che ostacolano il
processo di apprendimento e partecipazione di tutti gli alunni. L’Orienteering, quale esperienza didattica svolta in ambiente prevalentemente esterno alla scuola, può quindi favorire l’emergere di capacità individuali e sociali altrimenti inesplorate in ambito scolastico, dando origine a interessanti percorsi di inclusione e autonomia per gli
alunni con disabilità.