Mia mamma, insegnante in pensione, ha sempre considerato il suo lavoro il più bello del mondo. A cui dedicarsi con passione, dedizione e impegno, nella consapevolezza che prendere bambini e bambine per mano e accompagnarli nella crescita è una grande responsabilità. Del resto, come ha affermato Hanan Al Hroub, vincitrice del Global Teacher Prize 2016, «gli insegnanti sono quelle persone capaci di poter cambiare il mondo».
Gratificazioni a parte però, come voi ben sapete, è una professione in cui lo stress è dietro l’angolo. A tutti gli effetti può essere infatti annoverata tra gli emotional jobs, studiati negli ultimi anni proprio per l’elevata esposizione a situazioni di fatica ed esaurimento psicofisico. Sorvoliamo sullo scarso riconoscimento economico. Ma di fatto ogni giorno vi ritrovate a fronteggiare intensi carichi emotivi, tra l’attenzione della classe da conquistare, gli alunni “difficili” da gestire, i non sempre rapporti idilliaci con colleghi e genitori, la difficoltà di staccare la spina anche dopo il suono della campanella.
Ecco allora 10 consigli per stare bene in classe
Ve li proponiamo grazie alla consulenza di Franco Fraccaroli, ordinario di psicologia del lavoro all’Università di Trento e autore del libro (con Dina Guglielmi) Stress a scuola. 12 interventi per insegnanti e dirigenti (Il Mulino), e Antonio Aiello, associato di psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’Università di Pisa.
- Empatia con gli alunni
LAVORATE SUL SISTEMA DELLE RELAZIONI affinché rispetto reciproco e qualità delle interazioni caratterizzino il vostro stare insieme. Diversi studi testimoniano che un buon clima in classe favorisce la collaborazione e l’apprendimento. Per cui cercate di mettere al bando le umiliazioni, puntate sul coinvolgimento degli alunni, sulla valorizzazione e non solo sulla (pur necessaria) valutazione: lo studente che si sente compreso e apprezzato, e non solo giudicato, è più collaborativo.
- Date regole chiare
STABILITE UNA SORTA DI PATTO DI RELAZIONALITÀ con i vostri studenti, mettendo in chiaro cosa vi aspettate e come voi vi metterete in gioco per essere al loro fianco. Fatelo con entusiasmo. Lo psicologo Lev Semënovic Vygotskij diceva che l’insegnante deve scendere dalla cattedra: facendolo, non perde autorevolezza e rispetto. Più i vostri alunni sentono di far parte di una squadra, più vi percepiscono come un loro alleato: l’allenatore di cui anche i campioni hanno bisogno per vincere.
- Staccate la spina
AL SUONO DELLA CAMPANE LLA DOVETE RIUSCIRE A SCHIACCIARE IL TASTO PAUSA per distogliere la mente e prendervi cura del vostro benessere psicofisico. Quindi dedicatevi ai vostri interessi. Prendete del tempo per voi stessi. È fondamentale per recuperare quelle energie e quelle risorse mentali necessarie per fronteggiare la routine e le situazioni più o meno stressanti che vivete tra i banchi di scuola.
- Siate ottimisti
L’OTTIMISMO È DI AIUTO NEL LAVORO. Perché il modo in cui si pensa alle difficoltà influenza sia lo stato emotivo sia il comportamento. Se una lezione non è andata come pensavate, non fatene un dramma, ma analizzate i punti di forza e di debolezza per fare meglio. E, in generale, se non vi sentite preparati nell’affrontare un nuovo metodo didattico o una nuova tecnologia, la strategia migliore è quella di seguire adeguate attività formative o impegnarvi a fondo nello studio del materiale.
- Formazione continua
SENTIRSI SOLIDAMENTE PREPARATI È IMPORTANTE, MA NON SOLTANTO NELLA VOSTRA MATERIA. Quindi leggete, aggiornatevi, studiate, confrontatevi con gli altri. Alla formazione inerente alla vostra disciplina di insegnamento, però, affiancatene una sul piano psicosociale, utile per dotarvi di ulteriori strumenti per costruire relazioni positive con colleghi, alunni e genitori. Non perdete il desiderio di sperimentare cose nuove, fare nuove esperienze, vedere il mondo con occhi diversi.
- Consolidate la resilienza
ESSERE RESILIENTI SIGNIFICA AVERE QUELLE COMPETENZE EMOTIVE, cognitive e sociali (come la fiducia in sé stessi, il senso dell’umorismo, la perseveranza, l’ottimismo…) che vi consentono di non considerare un ostacolo una nuova sfida utile per crescere. E possedere o meno questa risorsa incide sia sulla qualità del lavoro svolto con gli studenti sia sulla qualità delle diverse relazioni che instaurate all’interno della scuola.
- Organizzate il vostro tempo
PER FRONTEGGIARE IL SOVRACCARICO DI LAVORO E LO STRESS che ne può derivare, provate a stabilire delle priorità, a ridimensionare l’importanza del compito che dovete svolgere, a definire nuove scadenze. E non dimenticate che potete sempre chiedere aiuto a esperti, ai colleghi e al dirigente scolastico. Organizzare la settimana tra ore di lezione, riunioni, colloqui, correzione dei compiti richiede un po’ di tempo, ma è molto utile.
- In rete con gli altri docenti
NON SOTTOVALUTATE LE OPPORTUNITÀ DI SCAMBI O DI ESPERIENZE PROFESSIONALI con gli altri insegnanti, anzi fatevene promotori (anche con docenti di diverse scuole) per la diffusione di buone pratiche e per la gestione del benessere organizzativo. Inoltre mettete in atto processi di mentoring e coaching per i nuovi arrivati. Sostegno e buoni rapporti con i colleghi sono considerati fattori preventivi dello stress.
- Cercate nuove motivazioni
SEPPURE OGNI GIORNO, ENTRAND O IN CLASSE VI TROVATE A GESTIRE IMPREVISTI E SORPRESE, la routine alla lunga può essere demotivante: la ripetitività nel lavoro è un fattore di rischio stress. Allora, oltre alla didattica, occupatevi di altro: per esempio potreste dedicarvi alla progettazione di nuove iniziative educative o ad altre attività della scuola. Può essere gratificante, darvi nuova energia e crearvi nuovi stimoli e idee.
- Buoni rapporti con i genitori
OGGI LE FAMIGLIE SONO SEMPRE PIÙ PRESENTI E IL RAPPORTO CON I GENITORI, se conflittuale, è una fonte di stress. È importante allora prevenire. Come? Costruite con loro delle relazioni sociali sul piano del dialogo e non dello scontro. Per esempio, siate chiari nelle comunicazioni scuola-famiglia. E oltre alla chiarezza ricorrete alla gentilezza nel comunicare la valutazione dei figli (indicate quali criteri adottate, non mancate di fare qualche apprezzamento…).